11/09/2012 10:44
Zuccherino La Roma ha deciso di non replicare. Forse lo farà lo stesso Zeman sabato, nella conferenza pre-Bologna. Una partita che anche per Vialli può lanciare i giallorossi: «La Roma e il Napoli possono dare fastidio alla Juve fino in fondo. I giallorossi hanno il vantaggio di non avere le coppe. E il tridente, con Totti "anarchico" dietro Osvaldo e Destro, può essere l'attacco più forte del campionato». Uno zuccherino, che arriva dopo quel "paraculo" che riapre una ferita vecchia 14 anni.
La fiammata Già, perché la «battaglia» tra Zeman e la Juve affonda le radici nelle dichiarazioni del boemo dell'estate del 1998. «Il calcio è finito in farmacia, girano troppi farmaci», con la Juve nel mirino. La prima replica arrivò da Ferrara: «Parla per finire in prima pagina, visto che non vince mai. In farmacia ci vada lui per darsi una calmata, i nostri successi sono figli di duri allenamenti». Il terremoto mediatico era però oramai a un passo e scoppiò nel ritiro di Predazzo, dove il boemo rilasciò un'intervista a l'Espresso: «I giocatori sono condizionati dagli interessi e non si preoccupano della salute. Il mio sbalordimento inizia con Vialli e finisce con Del Piero. Pensavo che certi risultati si raggiungessero solo con il culturismo, dopo anni e anni di lavoro». È il fulmine che spacca il cielo. «Ha un modo di fare da terrorista, ha detto delle coglionate a cui non vale la pena rispondere se non con gli avvocati replicò Vialli Se non si vuole fare una figura da buffoni, la Figc lo squalifichi». Vialli querelò Zeman, poi si mosse la magistratura. Indagini e audizioni che sfociarono in un processo penale, fino alla Cassazione nel 2007: la Juve fu assolta per prescrizione, pur ritenendo provato l'abuso di farmaci (nel magazzino bianconero furono censiti 281 medicinali, «la dotazione di un ospedale medio»).
Antipatia Nel mentre le polemiche con Lippi («Vuole che mi condannino? Lui è abituato a sostituirsi alle istituzioni»), le accuse alla Gea («Con 250 assistiti può fare quello che vuole. E quando parli di Alessandro Moggi, risponde il d.g. della Juve») e un'antipatia eterna. Fino ai colpi della scorsa stagione («I trenta scudetti della Juve? Anche 28 sono troppi, saranno al massimo 22-23...») e gli ultimi su Antonio Conte: «Un allenatore squalificato non dovrebbe allenare». La risposta, stavolta, è arrivata da Marotta: «Si faccia gli affari suoi e ci spieghi Lecce-Parma 3-3». A Juve-Roma mancano 18 giorni, è ancora molto lunga.