Bradley in mezzo. Senza Tachtsidis, Zeman sceglie lui

31/10/2012 08:29

Fatevi più in là È anche vero che, nel giorno in cui pronuncio quelle parole, a Zeman non avevano ancora dato Bradley, ma è quantomeno singolare che, con l'arrivo dell'americano, sia stato «sfrattato» e addirittura fatto fuori pure da intermedio. E neanche in modo velato. «Un mio centrocampista deve costruire e fare filtro, e lui non fa filtro», ha detto Zeman del bosniaco, accostandolo all'Onofrio Barone del suo Foggia. Che ora è il vice di Devis Mangia sulla panchina dell'Under 21, ma in Serie A non è andato oltre le 50 presenze. E per non sarà stato certo il miglior paragone. Su ci è andato meno a gamba tesa: «Gioca da dieci anni nella Roma e il regista lo ha fatto sempre Pizarro». Non è propriamente così, tenendo presente che nella passata stagione, con il Pek comunque già fuori dai piani della Roma e di Luis Enrique, nei piedi di passava la maggior parte del gioco della Roma. Andando per esclusione, però, rimane Bradley, che nelle idee di Zeman è il più regista di tutti, ovviamente dopo Tachtsidis.

Coincidenza Se con la maglia della Roma per Bradley sarà la prima volta da regista (e la terza da titolare, complice la lesione al retto femorale riportata lo scorso 29 agosto), non sarà la prima volta in quella posizione, ricoperta anche con il Chievo, con cui ha esordito in Serie A proprio a Parma, il 18 settembre di un anno fa. Nelle altre due gare in cui è partito dall'inizio, contro Catania e Atalanta, in mezzo c'erano rispettivamente e Tachtsidis, è non è che il «Marine» se la sia cavata male: anzi, all'Atalanta ha anche segnato, al rientro dall'infortunio. Ora arriva l'esame più duro: non tanto convincere Zeman di avere le caratteristiche ideali per poter svolgere quei compiti in campo quanto evitare che, dopo Tachtsidis, quel ruolo mieta la seconda vittima nel giro di dieci partite. In un periodo in cui il centrocampo della Roma non trova un equilibrio, scacciare le streghe nella notte di Halloween non sarebbe per niente male.