02/10/2012 09:24
A Trigoria, oggi pomeriggio, latteso confronto tra dirigenti e squadra che, in parte, è stato preparato ieri mattina dal direttore generale Franco Baldini e dal direttore sportivo Walter Sabatini. Dg e ds hanno preso atto del momento delicato, entrambi sanno di avere grandi responsabilità. Sabatini è il più provato: sa di aver assemblato un organico non competitivo. Anche a Torino, in pubblico, si è preso la responsabilità di aver sopravvalutato qualche calciatore. Per ora non vuole mollare (il suo contratto scade a giugno), ma sa di essere in grande difficoltà nei confronti della proprietà. Non solo dei soci bostoniani, anche di UniCredit che sta seguendo con grande preoccupazione il flop sportivo, nonostante i grandi investimenti fatti anche per allestire la squadra e proprio il management. Che, presto, sarà ridimensionato e sfoltito. Perché Claudio Fenucci, come previsto da tempo (lui, però, ancora non conferma), è sul punto di trasferirsi al Milan. Depotenziato allinterno della Roma e stimato da Barbara Berlusconi, già dallo scorso inverno era stato accostato al club rossonero. Non è un caso che ieri non abbia partecipato al vertice tra dirigenti. Baldini era, invece, presente. Ma anche lui non è sicuro di finire la stagione e comunque in assoluto di restare: il Tottenham è in pressing e il dg ne parlerà con il presidente Pallotta che oggi si metterà in viaggio per lEuropa e domani sera o al massimo giovedì mattina sarà nella capitale. Se, oltre a Fenucci, andranno via anche Baldini e Sabatini a giugno, in meno di due anni il progetto sarà evaporato. Il direttore generale, intanto, ha incontrato ieri sera a cena lavvocato Mauro Baldissoni, consigliere giallorosso e punto di riferimento del consorzio statunitense, per manifestare le sue perplessità sulla gestione societaria e tecnica. Baldini non ha feeling con Mark Pannes, lad scelto dal presidente che però uscirà presto di scena. Pallotta, sempre rapportandosi con UniCredit, sceglierà un nuovo amministratore delegato (sempre americano) che, a differenza di Pannes, si trasferirà stabilmente a Trigoria. Anche perché i giocatori non riconoscono Baldini come figura che rappresenta la proprietà. Per molti è semplicemente un dirigente, quindi un dipendente come loro.
E anche per questo che, su input arrivato direttamente da Boston, il dg dovrà oggi recitare una parte che mai avrebbe voluto interpretare. Salirà sul palcoscenico, in coppia con Sabatini, per richiamare la squadra alle proprie responsabilità dopo la resa di Torino. Per mettere a tacere i sussurri che escono quotidianamente dagli spogliatoi di Trigoria. Per zittire chi si lamenta perché ci si allena troppo, chi vorrebbe un atteggiamento tattico più accorto, chi vorrebbe giocare in un ruolo diverso e chi non ha dialogo con Zeman (i giovani, da Destro a Lamela, ma anche i senatori, da Burdisso a De Rossi). La lista degli scontenti, a quanto pare, è molto lunga.
A proposito di De Rossi, i dirigenti dovrebbero parlare con Daniele anche separatamente. Per chiedergli conto delle dichiarazioni rilasciate dopo la gara di Torino. Intanto Sky ha confermato la lite, negli spogliatoi dello Juventus Stadium, tra il centrocampista e Zeman, riportando una frase polemica che De Rossi avrebbe rivolto allallenatore: «Era solo una partita e non una crociata».