04/10/2012 12:39
In tanti ci sono cascati, una pioggia di ammende e inibizioni che non ce la fanno a essere un deterrente efficace. Poche regole in Italia e praticamente nessuna nelle transazioni con lestero, soprattutto con le colonie del pallone, Africa e Sudamerica. Lì succede davvero di tutto, dai cartellini gonfiati ai fondi di investimento che li detengono e che stabiliscono il prezzo del giocatore in base alla tassazione di chi compra e alla quantità di «nero» che è possibile ricavare sottobanco. In Italia, almeno, ci sono delle regole. Il club vuole un giocatore e contatta il suo agente, se loperazione si fa anche lui va a libro paga. Poiché il calciatore non tira fuori un euro, la percentuale che spetta al procuratore è a carico di chi compra. Una volta questa non poteva andare oltre il 5% sul lordo del nuovo contratto, ora il tappo è saltato e il «quid» è libero, di prassi intorno al tre. Se il direttore sportivo è un amico, lagente ha svoltato.
La burocrazia federale prevede un modulo blu e uno rosso, il primo riguarda il mandato a trattare da parte del club, il secondo è la procura del calciatore, entrambi convergono su una figura che per operare deve essere registrata dalla Fifa, lagente sportivo appunto. Che si deve sdoppiare visto che di carte può firmarne solo una ed è sempre costretto a chiamare il procuratore amico per la ratifica di una trattativa che ha condotto in prima persona. Sono regole tutte italiane, nel senso che tengono conto di un ipotetico conflitto di interesse, ma preferiscono chiudere un occhio sullescamotage per aggirarlo. Allestero, invece, la deregulation è assoluta. Il mandato per trattare un tesserato diventa una vera e propria investitura di mediazione finanziaria, non prevede limiti o tetti e segue sempre la via meno tassata. Lievitano i prezzi dei cartellini, spesso, soprattutto in Sudamerica, ci pensano le finanziarie che lottizzano il calciatore in azioni come fosse unazienda. Quasi sempre vige la legge del «do ut des», una pratica per consolidare rapporti redditizi che compatta tutti i soggetti verso un obbiettivo comune: il profitto.