13/10/2012 10:02
Bella l'atmosfera allo stadio Hradzan. Applausi del pubblico armeno dopo l'inno di Mameli. Fair play anche in campo. Insomma partita dura, ma corretta. L'ordalia nasce come era nei voti: robusta nella carne dei corpo a corpo, frizzante nella dinamica. L'avvio dell'Italia è arrembante, ma sprecona. La prima conclusione è di Osvaldo. Fiacca. Berezovsky si supera sulla punizione di Pirlo. Montolivo, l'uomo più in palla, prima sciupa malamente un paio di occasioni e poi guadagna un rigore (generoso) per un tocco di mano di Mkoyan. Sul dischetto Pirlo non sbaglia. Uno a zero. Troppo facile per essere vero. L'Armenia organizza le idee. E riparte in contropiede con grande velocità. Un problema per la difesa azzurra che soffre. Buffon disinnesca una punizione di Ozbiliz, ma capitola sul destro di Mkhitaryan. Uno a uno. Prandelli e gli azzurri se la prendono con l'arbitro, che prima non aveva visto un rigore su Bonucci e poi non ha fermato il gioco sull'azione del pareggio, quando Maggio è stato abbattuto con una testata. L'Italia protesta ancora contro il croato Strahonja, che non ha sanzionato con un giallo (sarebbe stato il secondo) il fallo di mano di Mkoyan. Giovinco e Montolivo sprecano altre due occasioni, prima Buffon aveva stoppato Arzumanyan e Ozbiliz.
Nella ripresa subito scintille ed emozioni. L'Italia ci prova e reclama un altro rigore per un tocco di mano di Mkrtchyan. Miracolo di Buffon sul tiro di Manoyan. L'Armenia cresce, spinge. Prandelli getta nella mischia El Shaarawy. E arriva il gol, di testa, di De Rossi che si fa trovare al posto giusto sull'invito di Pirlo. Due a uno. Il regista della Juve lascia il posto a Giaccherini, che sciupa sotto porta come El Shaarawy. Maggio rimedia ad una leggerezza di Bonucci. L'Italia ci crede e passa ancora con Osvaldo, che di testa chiude i conti sulla punizione di De Rossi. Cala il sipario. Finisce tre a uno. Bene, benissimo. Ora sotto con la Danimarca. Martedì a Milano, vietato sbagliare.