La Roma per ora sta con il boemo

31/10/2012 08:47

LA POSIZIONE - Stavolta non contano le tentazioni nostalgiche che riportano al gioco orizzontale in stile asturiano - Luis Enrique aveva conquistato gli stessi punti nella stagione scorsa (...). Stavolta conta la Roma. E nessun dirigente in questo momento pensa all’esonero dell’allenatore. Non soltanto perché sarebbe difficile trovare un sostituto all’altezza, ma perché la società vuole dare ancora tempo a Zeman di inquadrare i giocatori per valorizzarne il talento, nella convinzione che le qualità ci siano in abbondanza.

 

SEGNALI - La fiducia però non è a tempo indeterminato. Lo sa per primo Zeman, che ha ascoltato con attenzione le parole dei suoi superiori (ieri non hanno viaggiato con la squadra...) e conosce i meccanismi: un dirigente non accenna mai ai suoi dubbi sul futuro di un allenatore fino a che non ha deciso di cambiare. Un mese fa escludeva l’ «accanimento terapeutico» utilizzato con Luis Enrique. E domenica sera Baldini ammetteva che dopo la sconfitta con l’Udinese fosse «un po’ complicato difendere Zeman» . La Roma di ispirazione americana insomma non intende commettere l’errore del suo primo anno di gestione, quando preferì andare a fondo con Luis Enrique piuttosto che dare una svolta mandando via l’allenatore che non riusciva a fare risultati. (...)
 
I GIORNI - Dunque Zeman ha qualche settimana di tempo per dare equilibrio alla squadra e per raddrizzare la classifica. Quante settimane? E’ impossibile quantificare. Dipenderà dalla capacità della Roma di immagazzinare risultati. Una vittoria stasera già lo rafforzerebbe parecchio, ad esempio. Ma il discorso è a medio termine. Se nella scorsa stagione gli obiettivi non erano stati fissati, oggi un obiettivo c’è: l’Europa. Possibilmente l’Europa dei Campioni. Se le difficoltà della Roma si rivelassero inconciliabili con il traguardo stabilito, l’allenatore potrebbe essere sacrificato per responsabilizzre i giocatori. 
 
LA SQUADRA - L’ambiente per ora non lo discute più di tanto. Ieri Zeman è stato incitato a lungo dai tifosi, sia alla stazione Termini che a Parma. Il problema può nascere semmai nello spogliatoio, dove il gruppo di scontenti sta crescendo in maniera inversamente proporzionale al . Molti di quelli che stanno fuori, mugugnano. E anche tra quelli che giocano, come , non sembra esistere entusiasmo nelle prospettive del calcio zemaniano. I difensori sono costantemente esposti alle figuracce e vengono criticati in sala stampa. Se non crea velocemente un’empatia con i giocatori, Zeman non potrà scansare il rischio di un addio anticipato.