16/10/2012 10:09
Bene, se lItalia di Cesare Prandelli dopo 3 partite di qualificazione ha ottime possibilità di essere in Brasile nel 2014 il merito è di altri romanisti. Tanti romanisti. Una Nazionale sempre più a tinte giallorosse. I conti sono presto fatti: 5 dei 7 gol fin qui segnati dagli azzurri nella corsa al mondiale sono stati realizzati da romanisti. Nellordine: 2 di Osvaldo alla Bulgaria, 1 di Destro a Malta, 1 a testa per De Rossi e ancora Osvaldo contro lArmenia. Reti dal peso specifico clamoroso. Senza i quali si sarebbe rischiato di vedere unItalia a due soli punti in classifica (invece dei sette attuali) e gli scenari sarebbero stati completamente diversi. Sì, due. Perché senza la doppietta di Pablo in Bulgaria da lì saremmo tornati a becco asciutto, così come sarebbe stato probabilmente diverso anche lesito della partita con Malta senza la rete di Mattia dopo 5 minuti considerando anche che il 2-0 finale è arrivato al 92esimo. La partita con lArmenia è storia recente. Sulla carta una passeggiata, ma se non ci fossero state le due inzuccate romaniste chissà come sarebbe andata a finire.
E stasera si torna in campo. Contro la Danimarca a Milano (ore 20.45, diretta tv Rai 1), a San Siro, nella Scala del calcio, sarà più che mai Roma la Capitale. De Rossi e Osvaldo, ma anche Balzaretti. Nella formazione titolare contro gli uomini di Morten Olsen ci sono tutti e tre. Più Mattia Destro, pronto ad entrare. Insomma è sempre più romanista il presente e il futuro dellItalia. Per quantità, certo, ma non solo. Perché in passato è già successo di contribuire in maniera così massiccia (o anche di più) ai destini azzurri. Ma raramente in passato era successo che le presenze fossero così pesanti. Ancora numeri per spiegarsi meglio: proprio stasera Daniele De Rossi supererà Franco Baresi in fatto di presenze (82 contro 81). E farlo proprio a San Siro, che di Baresi fu la casa, ha un significato particolare. Il prossimo obiettivo è Del Piero a quota 91 e avrà tutto il tempo di riprenderlo. Daniele è il simbolo di questa squadra. Proprio come Totti lo era dellultima Italia che affrontò la Danimarca.
Era il 14 giugno del 2004, erano gli Europei, era la partita di Poulsen (che ora è finito allAjax dopo essere passato per la Juve e per il Liverpool tanto per aumentare la simpatia nei suoi confronti da parte di tutti i romanisti). Finì 0-0 quel giorno. Finì lì lEuropeo di Totti, finì poco dopo anche quello dellItalia per via della cosiddetta combinata nordica nella terza partita. Era finita molto meglio qualche anno prima, sempre contro la Danimarca. Era il 1999, Francesco non era ancora campione dItalia e neppure titolare fisso in azzurro, ma gli bastò entrare in campo a Copenaghen per cambiare il volto alla squadra. Punteggio sull1-1, palla a lui in maglia bianca, tunnel, dribbling, doppio dribbling e cross per Conte con su scritto basta spingere. Chissà se se lo ricorda quellassist il tecnico bianconero... Ma quello è il passato (solo in azzurro, perché in giallorosso Francesco è il presente, il futuro, tutto). Lattualità parla di una Nazionale che, tra un rischio di forfait di Buffon e lassenza di Maggio per la nascita del figlio, si affida alla tanto criticata Roma, che evidentemente poi tanto male non è, per continuare a correre verso il Brasile. In conferenza stampa Prandelli a proposito di un possibile calo di concentrazione da parte dei giocatori juventini e napoletani in vista della sfida di vertice di sabato ha spiegato: «Lultima volta che abbiamo parlato dei club alla vigilia poi abbiamo perso la partita, con gli Usa a Genova. Dunque oggi di club non parlo. Mi conosco, altrimenti poi dico cose che non voglio dire adesso. Dobbiamo fare 3 punti, voglio 3 punti, punto! Poi si rigioca a marzo, dunque voglio vincere per passare un bel Natale». Al quale manca ancora un bel po, ma il regalo ha già il fiocco giallorosso.