Zeman: «De Rossi e Osvaldo io pretendo di più»
21/10/2012 10:25
DUBBI -
Il caso quindi è congelato, più che chiuso. Anche a proposito del ruolo (
«Per me è utile alla squadra come interno destro: al limite, oltre a Tachtsidis, come mediano è più adatto Bradley» ) e del futuro:
«Io pretendo qualcosa
di più dai giocatori importanti. Stop. Non per questo temo che De Rossi se ne vada. So che ha un contratto lungo e che vuole rimanere» . Ma gli ultimi allenamenti avranno convinto il capo a rilanciarlo?
«Queste due settimane sono difficili da valutare, visto che avevamo 13 nazionali in giro per il mondo. E sono molto contento di come ha lavorato il gruppo rimasto a Roma. Ma nei giorni in cui sono stati con noi, compatibilmente con qualche acciacco, Osvaldo e De Rossi hanno dato tutto» . Zeman accomuna le due posizioni ma è evidente che il rapporto con Osvaldo sia diverso. Lo conferma la carezza affettuosa che lallenatore riserva al figliol prodigo commentando lespulsione di Italia-Danimarca:
«Osvaldo ha il suo carattere, è focoso e ogni tanto esagera. Fa una cosa e un minuto dopo se ne pente. (...)
IL MOMENTO - Sul periodo della Roma, rinfrancato dalla vittoria arrivata prima della sosta, Zeman assicura:
«Le nostre ambizioni di vertice non dipendono dal risultato di Genova. Dopo, ci saranno ancora trenta partite e spesso chi sembra tagliato fuori rientra. E successo anche alla Juve lo scorso anno. E chiaro che mi aspetto delle risposte positive dalla squadra.
Ma non sempre si riescono ad ottenere. Spero che contro il Genoa giocheremo a calcio, sudando per vincere». In questo inizio di stagione la Roma lha fatto poco ma Zeman è sicuro di non avere molto da rimproverarsi:
«Sto cercando di fare le cose in cui credo per convincere la gente. E credo che la gente sia ancora convinta di me. Mi resta da convincere gli esperti e i critici. Ma questo è un obiettivo stimolante: non mi preoccupo. Né mi preoccupa lassenza fisica della proprietà: se ci fosse il presidente sarebbe meglio, ma i dirigenti che vivono Trigoria tutti i giorni sono persone valide» . Non lo turbano neppure i mugugni interni, sui tanti allenamenti o sulle posizioni in campo. Da Pjanic a Destro, passando per De Rossi e Burdisso, il gruppo dei giocatori perplessi è cresciuto con il passare delle partite: «Io non vedo giocatori che non si applicano, o che non accettano le mie richieste. Qualcuno può avere difficoltà ma è normale. Sta allallenatore assemblare le varie esigenze dei singoli. Se tutti giocassero dove vogliono, non si potrebbe costruire una squadra. E poi badate bene: un calciatore non si sente adatto a un ruolo. Ma se poi in quel ruolo segna due gol, il ruolo diventa giusto»