30/10/2012 10:14
MALUMORI Per carità, nessuna fronda allorizzonte ma non si può nemmeno far finta di nulla, anche perché il tecnico boemo non parla mai a caso. E quindi, come spesso accade allinterno di un gruppo quando i risultati latitano, in alcuni elementi si avverte un disagio dovuto al fatto che non si riesce a mettere in pratica (o non si crede?) ciò che chiede lallenatore. Altri non pensano di essere impiegati nel ruolo a loro più idoneo. Altri ancora reclamano un posto che ritenevano sarebbe stato più semplice avere allinterno della squadra. Qualche giovane, invece, amerebbe avere maggior dialogo con il tecnico. E la società? Ufficialmente è dalla parte di Zeman, anche se le differenze nel rapporto con il boemo, rispetto a quelle con Luis Enrique , sono evidenti e riscontrabili pure nelle dichiarazioni. Nella passata stagione ogni occasione era buona per proteggere lasturiano dai media, a fronte di sconfitte che si susseguivano con una frequenza disarmante: «Qualsiasi cosa accada, andremo avanti con Luis. Limportante non è la meta, ma il cammino che si attua per arrivarci - le parole di Baldini ad aprile -. Volevamo impostare una squadra nuova che avesse una sua identità e che potesse offrire qualche orizzonte. E grazie a Luis lo vedo». Quest'anno, forse per il fatto che Zeman non ha rappresentato la prima scelta della proprietà, le cose sono un po diverse. Nel pre-gara contro il Genoa, lo stesso dg ha cambiato registro, ponendo degli obiettivi che lo scorso anno erano sconosciuti: «Siamo convintissimi di avere messo a disposizione dellallenatore, e con la sua complicità, una rosa molto forte. Una squadra che ha come ambizione quella di vincere, anche piuttosto alla svelta». Dichiarazioni mitigate ieri da Fenucci : a margine dellassemblea dei soci - che ha approvato il bilancio al 30 giugno 2012 (con una perdita di esercizio di 58,3 milioni di euro) - l'amministratore delegato ha teso la mano nei confronti del boemo: «Onestamente non cè nessuna necessità di difendere Zeman, lobiettivo è fare meglio dellanno scorso e raggiungere, se possibile, una competizione europea».
QUANTI CASI In un momento del genere, in cui la piazza si è già spaccata tra chi critica l'allenatore per alcune scelte ( Tachtsidis in regia al posto di De Rossi , a sua volta spostato sulla fascia, limpiego di Destro a singhiozzo e la difficoltà con la quale Pjanic fatica a trovare spazio) e chi lo difende ad oltranza accusando la dirigenza di non aver messo a disposizione del tecnico la rosa idonea per esprimere il suo gioco, uscirne fuori non è facile. Il problema è che la squadra sembra poco equilibrata e non riesce a sopportare una mediana che preveda Pjanic insieme al tridente offensivo. In difesa, poi, si alternano gli elementi, però Stekelenburg ha già subito 16 reti in appena 8 gare. E non vanno sottaciuti nemmeno i casi personali di De Rossi, Pjanic e Destro. Tre capitali per la società che, però, con Zeman faticano a trovare spazio (almeno gli ultimi due) e a condividere gioco e schemi. E stavolta non convince nemmeno la spiegazione data ieri da Fenucci: «I problemi di abbondanza non possono che farci piacere, perché dimostrano la qualità dellorganico». Bastava guardare i volti dei diretti interessati l'altra sera per capire che la storia è unaltra.