De Rossi patrimonio della Roma

14/11/2012 08:54

È bastato un derby, la fesseria di un attimo, per risentire la solita antifona, la nenia che accompagna i momenti peggiori di Daniele: diamolo via, è un problema, andava ceduto in estate, Baldini sbaglia a dire che valuta le offerte però sbaglia pure perché non le ha accettate. Basta dare uno sguardo a per rendersi conto che a Roma si legge e si sente questo e pure di più. è un errore di gestione, un calciatore che non merita questa maglia. Folle, davvero. Un campione del mondo, vicecampione d’Europa, centrocampista e leader della squadra che per due volte ha sfiorato lo scudetto nelle ultime cinque stagioni, che ha alzato al cielo due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana, vinta con un rigore calciato con la freddezza dei giusti. Lui. Proprio lui. .

Dicono che ora sarebbe meglio venderlo a miglior offerente, al cammelliere parigino o a quello mancuniano. Ma anche no, tanto per usare un’espressione parecchio in voga. Uno sbaglio non inficia una carriera, fa male forse (anzi, di sicuro) al cuore del tifoso che la notte post-derby non ha dormito o ha dormito male. Poi però interviene la ragione, giunge il momento dell’analisi e a mente fredda uno si domanda: deve andare via? No. Anzi: ma anche no. Certo, è evidente, è sotto gli occhi di tutti, come il rapporto con Zeman non sia eccelso. Sostenere però che tra i due non ci siano stati punti di contatto è sbagliato. Innanzitutto, per le presenze in campo. Non è vero che non gioca. Quando è stato al 100%, è stato escluso una sola volta: contro l’Atalanta all’Olimpico. Contro il Palermo al 100% non lo era, stava recuperando dall’infortunio alla caviglia. Poi, preferisce il ruolo di centrale? E Zeman lo ha schierato centrale. È accaduto in tre occasioni: col Catania in casa, a Parma (dove Tachtsidis era squalificato, ma per esempio c’erano Bradley, che ha fatto l’intermedio e , rimasto in panchina) e al derby, dove è stato preferito a Tachtsidis, il calciatore fino a quel momento eletto, il più regista tra i romanisti agli occhi del tecnico boemo. Per intenderci, per la partita più importante l’allenatore punta su . Non sul centrocampista greco. Quindi, non è corretto dire che Zeman non vede . Lo vede, anche se magari come intermedio. La questione va quindi spostata sul rapporto umano. Perché Zeman ogni tanto lo ha punzecchiato. «? Se si fosse giocato il derby», ha detto il tecnico subito dopo il 4-1 al Palermo, «sarebbe stato in campo. Aveva comunque una distorsione alla caviglia, presa a Parma, e non si è allenato per tre giorni, è stato meglio farlo riposare». Senza contare le celebri dichiarazioni post sul «mancato impegno».

Zeman ha spiegato ai dirigenti che si riferiva ai calciatori in assoluto, non a o solamente a . Equivoci, che chissà se sono mai stati chiariti fino in fondo con Daniele. Questioni di poco conto che però adesso vanno risolte. C’è una stagione da onorare, c’è una maglia da difendere, c’è un patrimonio da non disperdere. È la Roma, è .