E la certezza è sempre Totti

15/11/2012 09:11

È una rabbia che sarà costruttiva. Per se stesso, ma soprattutto per la Roma e per i suoi tifosi. Come al solito, testa bassa e lavorare. Questa è la ricetta di Zeman per uscire dal momento no - ribadita anche ieri ai dirigenti - e questa è anche la ricetta di . In campo, e dal campo, l’unica risposta possibile. Insieme a Zeman, uno che da quindici anni a questa parte non fa altro che dire che i 5 giocatori più forti che abbia allenato nella sua carriera sono " , , , e ... ". Firmato il contratto dal boemo, Francesco aveva la certezza di poter vivere una stagione con un riferimento importante davanti. Un riferimento per lui e anche per i compagni, sperava e pensava. E lo pensa e lo spera ancora, anche se le cose non stanno andando come previsto.

Questa estate non era convintissimo di fare l’esterno sinistro d’attacco ma, conoscendo i benefici che si ottengono seguendo Zeman, si è messo a disposizione e il campo gli sta dando soddisfazione. Le sue parole dopo Parma-Roma sono state un monito e un avviso ai naviganti: «Cosa c’è che non va? Tutto: la squadra non riesce a fare quello che vuole il mister e dipende da noi. Dobbiamo restare uniti per uscire dal tunnel il prima possibile. Di quello che ci sta chiedendo Zeman stiamo mettendo in pratica solo il 50% e questo non va bene». Non va bene. E la vittoria col Palermo è stata solo un’illusione. Ne ha viste e sentite tante in questi anni per abbattersi. Ma un’altra stagione di transizione, senza magari le coppe europee e con figuracce da Nord a Sud, non è nella sue intenzioni. Per questo, anche se sempre col sorriso e col solito impegno, vive male questa situazione. Non sarebbe lui, non sarebbe romanista altrimenti. E non sarebbe lui senza l’ironia che lo contraddistingue. Basta vedere il video girato a Londra lunedì sera. Presenti due campioni, lui e Roger Federer.

Parlano di calcio, lo svizzero gli dice che il Basilea, di cui è tifoso, sta andando male. sorride e risponde: «La Roma peggio». Appunto. In tre parole c’è tutto . E tutto c’è anche in campo. Lunedì arriva il Torino, contro cui ha giocato nel 2007 poche ore dopo essere diventato papà di , e a cui ha segnato uno dei gol più belli della sua carriera: assist di Candela, serpentina in area, Bucci messo a sedere, Delli Carri idem e palla in rete sotto la Curva Nord. Era il 6 gennaio 2002 ed era sempre gennaio, ma di sei anni più tardi, quando al Torino segna un altro gol importante: Coppa Italia, la Roma affronta i granata per recuperare dal 3-1 dell’andata, Francesco parte dalla panchina, entra al 13’ della ripresa al posto di Vucinic e in un quarto d’ora realizza la doppietta decisiva che cambia il volto alla partita (altri due gol di Mancini e Giuly). Con quelle due reti raggiunge i 200 gol complessivi in giallorosso, traguardo importante ma intermedio di una carriera senza battute d’arresto. Una carriera che, inesorabile, continua. E che anche oggi è la certezza della Roma, per il cui bene ha sempre accettato di tutto, compresi i cambi con Okaka o i 5 minuti al 90’ con la Samp a Genova, tanto per citare gli esempi più recenti