Eppure a Trigoria qualcosa si muove

16/11/2012 08:28

 

Una competizione selvaggia a chi la spara più fetida. Assatanati, come nemmeno con chi gli pignora casa. Da non crederci. Possibile che, in questa miseria bandistica del tutti contro tutti, tanto per celebrare una vanità o un interesse di bottega, l’amato bene chiamato Roma sia trattato come una bestia da macellare? Sarà poi così vero che tanto scoppiare di bile sia la stessa cosa che amare?

Hanno sbagliato, è vero, da due anni in qua. Ma vogliamo almeno concedere che tutti questi errori sono incidenti, anche pesanti, dentro un’intenzione virtuosa, che merita rispetto e forse ancora credito? Pallotta, Baldini, , , Zeman, , , , Lamela e Piris, vogliono tutti, magari per motivi diversi, la stessa cosa. Il bene della Roma. Baldini e sono oggi i bersagli facili. Il primo sbaglia con Luis Enrique, è vero, si lascia fuorviare, confonde la persona con l’allenatore, esagera a mostrare come un ostensorio questa sua anima bella. Il secondo è un magnifico corsaro, un solitario, che ama l’incursione, il paradosso, l’azzardo e qualche volta inciampa. Ma come si fa a trattarli da parvenu o da incapaci? [...]

Ma chi siamo? Cosa siamo diventati? Non sappiamo che nuotare nell’acqua sporca? Siamo così ottenebrati da non riconoscere che, prima di suggellare l’ennesimo funerale, qualcosa c’è, forse, da salvare? In ogni partita, persino i primi cinque minuti e l’ultima mezz’ora a Torino, questa squadra ha mostrato un tratto dominante. Quasi sempre si è dissolto nel suo opposto. Ma c’era. Perché ucciderlo? C’è Lamela. Esiste. Fenomeno non strombazzato abbastanza solo perché si agita a Trigoria e non a Milanello. Ci sono Marquinhos, . C’è Lazzaro . Perché non ripartire da qui? Perché non immaginare che Zeman possa interrogarsi sui suoi errori?

Il Boemo si percepisce come un carismatico che attraversa le acque e trasforma l’acqua in vino. Ma il carisma non è moneta spendibile urbi et orbi. Per restare in tema, Gesù, a seconda di chi lo ascolta, è un profeta o un imbroglione Zeman deve capire che il mondo non è solo (un motore) Immobile ma è anche , un’anima mobilissima e feribile. In nome della Roma tutto è auspicabile. Che Zeman si conceda, ad esempio, il raffinato dispiacere di chiedere scusa a . E che vada oltre la sua sanguinosa ferita. Perché la Roma da amare deve essere solo una canzone di Venditti e non una causa sufficiente oltre che efficiente? [...]

Spegnere la gazzarra, ascoltare solo la maglia, quanti stupidi, meravigliosi muscoli cardiaci hanno battuto per lei, dentro di lei. Immaginare che tutto ricominci lunedì con il Torino e concentrarsi sulla faccia di Lotito che dice : “Non abbiamo voluto infierire…”. Basta poco per ripartire.