12/11/2012 10:01
Le scuse alla Roma, ai romanisti, ai compagni e a Zeman non sono arrivate. De Rossi resta chiuso nel suo mondo pieno di frustrazione, dubbi, amarezza. La parola, in pubblico, l'ha persa da quando il boemo lo ha lasciato in panchina nella partita con l'Atalanta, accusandolo poi di pensare ai fatti propri. Una doppia mazzata che ha lasciato il segno. Ma ieri Zeman gli servito sul piatto d'argento l'occasione per rifarsi: lo ha rimesso al «centro» della Roma, al posto del suo pupillo Tachtsidis. Daniele ha rovinato tutto con un gesto davvero imperdonabile per uno della sua esperienza.
Le ulteriori conseguenze sono l'esclusione dalla Nazionale per l'amichevole con la Francia, come impone il codice etico di Prandelli, la multa pesante della società e una probabile squalifica di tre giornate. De Rossi esce dal campo per un po', ma è scontato che rimarrà il protagonista assoluto nel tormentato universo giallorosso. Impossibile non interrogarsi sul suo futuro. Zeman è deluso dal suo atteggiamento, la società idem, ma i più infuriati sono i proprietari americani che hanno seguito il derby in tv dagli States. Il gesto di De Rossi viene ritenuto «inaccettabile», perché compiuto da uno dei giocatori che dovrebbe dare l'esempio. E sul quale la Roma made in Usa ha investito 50 milioni di euro per blindarlo. Eventuali offerte, come ha spiegato Baldini, verranno ascoltate. Finora non ce ne sono, solo qualche segnale da Parigi e una telefonata fatta da Ancelotti per informarsi della situazione.
L'ultima parola spetterà comunque a un ragazzo che sta vivendo il momento più difficile della carriera. De Rossi ha punti di vista diversi da Zeman su tanti, troppi aspetti. Si ritiene un regista centrale, considera poco «utili» le doppie sedute di lavoro e i ritiri, per non parlare dell'atteggiamento spericolato della squadra. «Lo prendiamo sempre, lo prendiamo sempre»: il suo labiale ripreso dopo il secondo gol incassato ieri spiega molte cose. De Rossi, come altri compagni, non crede fino in fondo in quello che la Roma prova a fare in campo. È toccato a Baldini commentare la sciocchezza di ieri. «È un gesto grave che ci ha messo in difficoltà, la Roma ha un codice etico che prevede un'ammenda per questo tipo di episodi e verrà applicato. Ma è dipeso dalla partita: Daniele era molto carico, voleva dare tutto per vincere. Pjanic? Mi sento di assolverlo». Insomma, più carota che bastone. Baldini torna poi sulle sue dichiarazioni tanto discusse sul futuro di De Rossi. «Col senno di poi - spiega il dirigente - ammetto che diventano cose da non dire, la gente preferisce sentirsi dire le cose come non sono. Ma in realtà l'estate scorsa è successa esattamente la stessa cosa, era stato pattuito che in caso di offerte le avremmo ascoltate, dopo di che avremmo potuto dire tranquillamente di no, e così potremo ancora fare. Daniele per noi è fondamentale, siamo orgogliosi di averlo e non abbiamo necessità di venderlo». Chissà se a Boston stanno cambiando idea.