12/11/2012 09:01
Non basta però il doveroso pentimento di Daniele. Perché quei secondi di autentica follia nel derby possono spezzare in modo definitivo il suo rapporto con la Roma: non è più solo unipotesi, a gennaio, la separazione consensuale. Potrebbe decidere, a questo punto, proprio De Rossi, prendendo atto dellumore della piazza, molto critica già prima della gara della Lazio per il rendimento del centrocampista. I tifosi giallorossi ieri sera erano infuriati per lespulsione e non hanno alcuna intenzione di perdonarlo: il tam tamin città era inequivocabile. Addio e basta. Il club giallorosso non esclude niente, anche se il giocatore, la scorsa estate, ha rifiutato di trasferirsi al Manchester City. Ma ora cè il Psg pronto a intervenire: Ancelotti, Ibrahimovic e Verratti lo chiamano, pure pubblicamente, a Parigi. Sanno, loro come i dirigenti della Roma, che il feeling con Zeman non è mai lievitato. E pensare che quel pugno a Mauri è arrivato proprio nel giorno in cui aveva convinto il boemo a farlo giocare regista, con lesclusione di Tachtsidis, pupillo di Zdenek.
«Assolvo De Rossi: per noi rimane un giocatore fondamentale. La troppa voglia di avere un impatto sulla partita lha reso nervoso » chiarisce Baldini per tamponare lultima cicatrice. Dal dg, lunedì scorso, lapertura a una possibile cessione (risparmio di 60 milioni per lingaggio di Daniele). Ora, anche per non deprezzare ulteriormente il cartellino, avverte: «Non abbiamo nè la necessità né la volontà di venderlo. Valuteremo le eventuali offerte, ma siamo orgogliosi di averlo in squadra». Sullepisodio di ieri, invece: «È un gesto grave che ci ha messo in difficoltà. La Roma ha un codice etico che prevede unammenda, a seconda delle giornate di squalifica, per getsi del genere e quindi per De Rossi non farà differenza». Probabile la squalifica per tre giornate, automatica e scontata la multa dalla società giallorossa, così come lesclusione dalla lista dei convocati della nazionale: non ci sarà stamattina a Parma, dove lItalia si ritrova per preparare lamichevole di mercoledì contro la Francia. Il codice etico, imposto da Prandelli in azzurro, fa scattare lennesima punizione per il vicecapitano della Roma, già messo in castigo, prima di ieri, altre due volte dallattuale cittì, nel 2011, durante le qualificazioni europee, per le gomitate a Srna e Bentivoglio. Proprio in quella stagione, dopo quei due colpi proibiti, andò in tv a promettere che «le gomitate non le darò più». Era il 28 maggio: a Parla con me, programma di Serena Dandini, garantì che avrebbe tolto dal suo repertorio certe reazioni. Era recidivo, da anni. Cominciò al mondiale del 2006, poi vinto dagli azzurri: quella volta alzò il gomito contro McBride, durante Italia-Usa, seconda partita della competizione, il 17 giugno a Kaiserslautern, prendendo quattro giornate e tornando solo per la finale di Berlino