26/11/2012 13:50
Al 14', infatti, il laterale brasiliano Dani Alves, partito titolare, s'infortuna. Al suo posto entra Martin Montoya e, a quel punto, tutti e 11 i giocatori in campo provengono dalla Masia, l'ormai leggendario vivaio del Barcellona. Come ha calcolato Filippo Maria Ricci sulla Gazzetta dello Sport, 10 di questi 11 sono spagnoli (l'eccezione è ovviamente l'argentino Messi), 8 catalani (Pedro è «canario», Iniesta proviene dalla Mancia). Secondo dettaglio: il record del Barcellona viene realizzato nel giorno in cui i risultati delle elezioni in Catalogna raccontano di una frenata della voglia di separazione dalla Spagna.
Ma a Madrid non si esulta troppo: «A 11 punti con 11 del vivaio» titola Marca, uno dei due giornali sportivi spagnoli (e filomadridisti) della capitale. Il riferimento è al vantaggio del Barcellona sul Real Madrid di Mourinho dopo 13 giornate di campionato, un abisso irrecuperabile, visto che il Barça ha conquistato finora 37 punti su 39 e non dà segno di volersi fermare. Anche perché a Messi mancano 3 gol per battere il record di reti segnate in un anno: Gerd Müller arrivò a 85, Leo è a 82 grazie alla doppietta segnata domenica (per un totale di 19 gol in campionato finora).
Chissà se sarà lui a vincere il Pallone d'oro (sarebbe il quarto consecutivo, un altro record) o se toccherà per esempio a Iniesta o a Xavi. Che nel dopopartita ha ricordato che un Barcellona composto da soli «canteranos» era il sogno di qualcuno che lui conosce molto bene: Louis van Gaal, che allenò il Barça dal 1997 al 2000. Un olandese, non un catalano. A dimostrazione del fatto che non è necessario essere gretti o provinciali per localisti