19/11/2012 10:27
Col senno di poi, utilizzarlo nel derby è stato controproducente e Zeman lo ammette. «Per come è andata non rifarei questa scelta, vista l'espulsione. Ma lo dico solo per quella circostanza». Per le prossime tre partite il problema neppure si pone. Sono tanti altri i difetti da correggere. E Zeman ha un'unica soluzione in testa, sempre quella: insistere. «Continuo a dire che la Roma è competitiva e non deve temere nessuno. Sono contento di come giochiamo, dobbiamo solo mantenere la concentrazione per 90 minuti. Chi lavora può anche sbagliare, ma quando faccio una cosa ne sono convinto. Errori grossi non me li addebito». I dirigenti la pensano un po' diversamente. Ieri Fenucci e Baldini hanno relazionato l'ad Pannes a Trigoria, anche se gli americani continuano a tenersi fuori dalla sfera tecnica mentre accelerano su business, marketing e sponsor.
«So cosa succede quando non ci sono risultati - prosegue Zeman - e le premesse per andare meglio: di solito le società cambiano, ma la Roma finora non ha mai dato l'impressione di volersi sbarazzare di me. Ovvio che se perdi sette partite ti devi sentire in difficoltà. Però io come allenatore qui sono stato trattato sempre allo stesso modo dall'inizio, non è stato mai detto niente di diverso». Al tecnico, nonostante tutto, viene lasciata libertà d'azione. Nessuno dai piani alti dirà nulla se col Torino Destro, come pare probabile, partirà un'altra volta dalla panchina. «Lui sa che puntiamo tanto su di lui. Farà bene, se accadrà da domani o da dopodomani è un altro discorso. È un investimento per la Roma e la Nazionale, chiunque sta fuori soffre, ma a me dà affidamento perché ha grandi mezzi. Poi siete voi - dice Sdengo rivolto ai giornalisti - a dirmi che questo è il Totti migliore da quando è qui, che Osvaldo non si può togliere, che Lamela è il capocannoniere e io con quattro attaccanti non posso giocare».
Almeno Pjanic, reo confesso dopo il derby, dovrebbe rivedere il campo. «È venuto a chiedermi scusa - racconta il boemo - quindi qualcosa ha detto, non so cosa. Sono abituato, è da 40 anni che succede su tutti i campi. Lo capisco, vuole giocare e gli è uscito qualcosa». Il bosniaco agirà sul centro-destra, in cabina di regia toccherà a Bradley. «Al Chievo ha giocato in quel ruolo anche se erano in due nel mezzo, con lui ci guadagniamo in movimento, anche se il problema è mantenere la posizione stessa e mettersi a disposizione della squadra.». Per la difesa c'è chi propone Castan terzino, ma l'idea non passa neanche per l'anticamera del cervello di Zeman. «Non è un ruolo che ama, col Brasile ci gioca, però chiunque per la nazionale sarebbe disposto a fare anche il portiere». Finale sul Torino, imbattuto finora in trasferta e quindi da temere. «Contro le squadre inferiori Ventura gioca col 4-2-4, poi quando trova avversari più forti si copre». La seconda opzione è pronta per stasera.