La riscossa degli arbitri: ora diventino una "squadra"

01/11/2012 15:03

Secondo Braschi, funziona anche l'esperimento dei cinque arbitri (il quarto uomo, poverino, conta poco o nulla): i due giudici di area, sinora, ci sono solo in Italia, oltre che nella grandi manifestazioni Uefa. Non dimentichiamo: la Figc è stata la prima Federazione europea ad adottarli, anche con uno sforzo economico e organizzativo non indifferente. E tutti i club di A, va ricordato, erano d'accordo. Il problema è uno solo: creare una vera squadra fra l'arbitro "titolare", diciamo così, i due assistenti e i due nuovi arbitri di area, o di porta.

Questo non è facile:  non tutti gli arbitri hanno l'umiltà di accettare il consiglio di un pivellino che sta sulla linea di porta. Lo ha fatto il fiorentino Rocchi, ieri, in Udinese-Catania: si è accordato con il giovane Abbatista nel concedere il rigore su tocco in area di Spolli su Badu. Bravo Rocchi: ha dimostrato umiltà e intelligenza. Molto bene anche Rizzoli in Palermo-Milan; Damato ha diretto bene nel pantano di Parma (in Italia le partite non le sospendono mai, si sa). Non è stato facile invece a San Siro: il fuorigioco di Nagatomo sul terzo gol interista non era per niente semplice da individuare (peccato per Ciro Ferrara, non gliene va una dritta). Insomma, un turno tranquillo. Probabile che sabato -Inter tocchi a Tagliavento, tenuto a riposo dal designatore.

 
Il partito della moviola torna quindi nei ranghi: inutile illudersi. Chi decide (la Fifa) non ne vuole assolutamente sapere: al massimo tecnologia per il gol-fantasma. E se nel 2015 Michel Platini dovesse davvero succedere a Sepp Blatter, peggio ancora: lui di tecnologia (vedi l'occhio di falco) non ne vuole sapere. Preferisce, come si è visto, i due arbitri di area. Quindi, non decide la Figc. Non possono decidere le singole Federazioni. Decide l'International Board, dove il parere della Fifa (oggi quindi di Blatter) è decisivo. La moviola in campo resta quindi un argomento da bar. Creerebbe solo problemi, e chissà quanto durerebbero le partite. Meglio puntare sui cinque arbitri e farli diventare una vera "squadra". Il 10 novembre intanto si vota per il presidente dell'Aia: Marcello Nicchi ha salvato il posto in consiglio federale grazie al buon senso e alla capacità del commissario ad acta, Giulio Napolitano. Ora Nicchi è sfidato dall'ex arbitro Robert Anthony Boggi, salernitano, che si dimise quando iniziò il progetto degli arbitri professionisti (o quasi).