La Roma vince, ma Zeman perde il suo gioco

26/11/2012 10:02

Zeman si difende: «Ma le squadre sono squadre di Zeman solo quando perdono? ». Ha ragione da vendere. Ma anche lui, benedett’uomo, non è più lui, nei pregi e nei difetti. Oppure gli attuali suoi ragazzi, al contrario di Insigne, Immobile, Sansovini e Verratti lo scorso anno, non capiscono le sue parole, lo interpretano male, lo soffrono, faticano: «Se non riesci a fare quello che vorresti, devi adattarti». È Zeman che parla o Mazzone?

Quando si accorge che negli ultimi dieci minuti la sua ex squadra sta assaltando come può (ossia con l’appesantito Abbruscato) il fortino giallorosso, Zeman si converte alla religione del capitalistico profitto, in cui è forse lui il primo a non credere, e cambia Osvaldo con Tachsidis dopo aver già messo Perrotta al posto di . Qualcosa è cambiato se Zeman si “abbassa” a una doppia sostituzione tattica. Negli anni scorsi gli si rimproverava l’integralismo, oggi si può e forse si deve discutere di come Zemanlandia non esista quasi più.

Saggio e brutto: dove può arrivare il nuovo Zeman? La logica dei numeri dice che per la prima volta in campionato la Roma non subisce gol in due partite consecutive incamerando sei punti di fila e restando in corsa per quel leggendario terzo posto di cui si favoleggia dal ritiro di Brunico, come fosse il Valhalla. Ma è assai magro bottino psicologico e letterario, soprattutto alla luce delle condizioni psico-fisiche dei giallorossi. I fatti sono palesemente contraddittori. Contro Torino e la Roma è stata coerente: ha farfugliato in egual misura, è costantemente inciampata sull’aria, ha rigorosamente dimenticato se stessa sino al punto da far dubitare che esista un “se stessa” cui fare riferimento (salvo i 20 minuti iniziali contro l’Udinese). Eppure ha vinto. Segno che gli altri hanno fatto peggio. Di fronte al da strapaese appena rilevato da Bergodi, pieno di generosa manovalanza cui nulla si può chiedere, a parte l’ottimo Weiss, la Roma doveva essere 3-0 dopo dieci minuti e giocare sull’eleganza e sull’intesa. Non l’ha mai fatto. , che ha giocato al posto dell’infortunato Lamela, avrebbe potuto raddoppiare nel secondo tempo. , che non ha mai segnato al , ha provato più volte da fuori con tiri irascibili. Ma sono solo microscopiche scintille nel buio di una cronaca senza bellezza.