18/11/2012 09:13
Che crollo Eppure, le premesse di questa stagione erano ben altre: 45mila paganti per l'amichevole con l'Aris Salonicco il 19 agosto; 50mila spettatori una settimana dopo, per l'esordio in campionato con il Catania. Nell'ambiente giallorosso, anestetizzato dalla mediocrità della Roma di Luis Enrique, erano tornati entusiasmo e grandi aspettative. Il ritorno di Zeman aveva dato una scossa, avvertita anche nell'impennata degli abbonamenti, prima inversione di tendenza dopo anni di magra: da 18.400 a 24.534. Un credito di fiducia che qualcuno riteneva illimitato, solo per la presenza di Zeman. Si è dovuto ricredere presto. In meno di tre mesi, la Roma ha perso per strada ventimila tifosi. Dopo il boom iniziale, il dato dei paganti ha imboccato la discesa: 19.988 contro il Bologna (16 settembre), 12.591 con la Sampdoria (26 settembre), 15.621 con l'Atalanta (1°ottobre), 11.936 contro l'Udinese (28 ottobre), 6.064 per il Palermo (4 novembre).
Che impresa Non era facile perdere tanti consensi in così poco tempo. La stampa cattiva, da sola, non ci sarebbe riuscita. La Roma ce l'ha fatta, con una squadra mediocre, un allenatore disorientato, dei dirigenti confusi, una proprietà assente. Si sono fatti del male da soli, anche fuori dal campo: la gestione di De Rossi, la comunicazione di Zeman, l'atteggiamento di Baldini e Sabatini, sono risultati spesso incomprensibili. Infine, nel bel mezzo della crisi, la notizia che un mese e mezzo fa UniCredit ha contattato Gian Paolo Montali sondandone la disponibilità a tornare di corsa a Roma, per riprendere in mano lo spogliatoio, evidentemente fuori dal controllo di Baldini e Sabatini. Idea subito stoppata dai soci americani.
Ultima spiaggia Proprio un bel quadretto. Come stupirsi, allora, della nuova ondata di disaffezione che ha colpito i tifosi romanisti? Certamente, era più difficile immaginare che la partita con il Torino, di lunedì 19 novembre, sarebbe già stata l'ultima spiaggia per la Roma. Sarà per questo che Zeman ieri ha annullato l'allenamento del pomeriggio? In certi momenti, è più difficile restare coerenti. Meglio tenersi buoni i calciatori.