29/11/2012 08:22
Congiunzioni astrali Il brasiliano ha anche la sfortuna di giocare dalla parte di Florenzi, che al momento è uno dei pochissimi che Zeman giudica inamovibile, ma la sostanza non cambia. E i numeri lo dimostrano: Marquinho è il secondo giocatore più subentrato della Serie A, dietro solo al catanese Castro, uno che nel giorno in cui Zeman schierò Marquinho esterno destro d'attacco rischiò di far piangere la Roma anche dopo il prodigio di Nico Lopez. Dieci ingressi a partita in corso in 11 presenze, ben cinque di questi al posto proprio di Florenzi, contro Atalanta, Palermo, Lazio, Torino e Pescara. Non un caso.
Centellinato La prima cosa che fece vedere appena arrivato a Roma fu quel vizio incontrollabile di calciare da qualsiasi posizione, ma Marquinho è anche altro: velocità, inserimenti (proprio come vuole Zeman) e pure senso del gol. Tre lo scorso anno, più uno all'Inter da posizione impossibile, che sembrava aver dato un taglio diverso alla stagione della Roma. Quando non ha segnato, poi, Marquinho ha pure avuto il modo di cambiare le partite, come quella con il Torino, quando si è guadagnato il calcio di rigore poi realizzato da Osvaldo. Anche a Pescara, però, la sua domenica è durata solo 21 minuti, dei 376 totali giocati in campionato: 34,18 di media a partita.
Altra panchina Troppo pochi? Visto l'apporto dato alla Roma verrebbe da dire di sì, e si direbbe lo stesso anche per i 3,5 milioni spesi in estate per riscattarlo dal Fluminense. Soldi che di fatto hanno fatto decadere anche il senso primordiale del soprannome: adesso l'acquistinho è tale solo perché gioca poco. A Siena difficilmente andrà diversamente dalla tradizione: il finale della favola, però, non è lo stesso di quelle popolari. Marquinho vive sì «felice e contento», ma a differenza del suo quasi omonimo Marquinhos e di Castan (diventato ieri papà del secondogenito Gianluca) anche un po' immalinconito. Con qualche occasione in più, vivrebbe ancora meglio.