Osvaldo duro: «Collega venduto? Lo picchierei»

29/11/2012 09:22

Lui &i tifosi «In Italia non c'è mai una via di mezzo. Un giorno sei da scudetto e quello dopo da rogo. La mancanza di equilibrio mi fa infuriare, però non posso farci niente. E non ho voglia di fare niente. Il pubblico non ha tutti i diritti. Io perdo una palla e tu mi vomiti addosso il tuo odio? Non è normale. Quindi se il tifoso sbaglia al lavoro posso andare a picchiarlo, gettargli una banana o dirgli che sua madre è una poco di buono? Bella logica». Titoli di coda sui gay e i compagni venduti. «Omosessualità? La nostra società non è l'Alabama del Cinquanta, ma sul tema siamo indietro. Un compagno gay in squadra non mi cambierebbe niente. Sono persone libere, prima che calciatori. Se scoprissi un venduto? Ciò che succede nello spogliatoio deve restare lì. Io non faccio il delatore, ma non mi volto. In silenzio, lo ammazzo di botte». Avviso: chi cova idee malsane, meglio che gli stia alla larga.