Pescara aspetta Zeman. Per batterlo

25/11/2012 09:33

La sfilata Ieri sera, nell'hotel Villa Maria di Francavilla, sede del ritiro romanista, c'è stata una lunga sfilata di amici del Maestro: gli «avversari» del Golf club di Miglianico, i ristoratori di fiducia, i vicini di casa sul lungomare cittadino, i dirigenti del Delfino. È stata la vigilia di un grande ritorno, di un pezzo di cuore andato via troppo presto. «Con il mister il rapporto è fantastico — conferma il presidente del , Daniele Sebastiani —. Si è creato un legame che va oltre il calcio, un'amicizia vera che durerà tutta la vita. Il suo affetto verso questa à è ormai cosa nota. L'ultima volta è tornato solo due settimane fa per una cenetta in montagna assieme ai membri dello staff: tra vino novello e arrosticini, non ha saputo resistere ai sapori della sua seconda casa. Se si è pentito per non essere rimasto qui? Lui dice di no, ma so che la moglie lo prende in giro ogni giorno su questo argomento… Il futuro? Non credo che tornerà ad allenare il ». La voglia di abbracciare il profeta è tanta, anche per Sebastiani, ma l'obiettivo della domenica è un altro: «Sì, mi piacerebbe batterlo sul campo», conferma il presidente.

Cuore in panne Leo Sfamurri, titolare del ristorante Chiodo fisso, covo dei paladini di Zemanlandia nella scorsa stagione nel cuore della movida cittadina: «Mi auguro che lo stadio riservi la giusta accoglienza al mister perché dopo vent'anni ci ha regalato un sogno chiamato Serie A, nonostante poi sia andato via per tornare alla Roma…». Sfamurri è un fan sfegatato del boemo: «Lo adoro perché in campo fa vedere delle cose che nessun altro riesce a fare: è l'icona del bel calcio. Al fischio d'inizio, però, sarà un avversario. Massimo rispetto ma vogliamo tutti che vinca il . In bocca al lupo Bergodi!».

Indimenticabile Anche le autorità locali attendono la partita-evento: Antonio Martorella, assessore provinciale alle politiche del lavoro, è un ex attaccante del (giocò in A nel 92-93). «In estate — dice — siamo stati tutti divisi sull'addio del boemo. Oggi, a mente lucida, non possiamo non tributargli un calorosissimo applauso per quello che ci ha regalato nella scorsa stagione. Tornare in A dopo vent'anni, vincendo il campionato da primi in classifica e con novanta gol. Esperienza unica». Ecco perché oggi lo aspetteranno tutti in piedi: chapeau, ultimo dei Profeti.