Quando il Mare di Roma da piccolo giocava col Boemo

08/11/2012 09:59

E il primo derby in campo? Quanta fretta, bisogna saper aspettare, perché nelle prime annate della sua militanza nelle giovanili giallorosse, quando per intenderci faceva parte dei Giovanissimi Sperimentali e dei Giovanissimi Regionali, Daniele non giocava quasi mai, per dirla con le sue parole: «Quando ero piccolo, fino a 14, 15 anni, ero esile. Mi buttavano dentro alla fine, i derby e i tornei importanti non li giocavo mai. Ho cominciato a giocare titolare negli Allievi. (…) A volte eravamo in 19 e poteva capitare di fare il guardalinee contro la Lazio (…)».

Con gli Allievi Nazionali diventa titolare, e il giovedì inizia ad essere impiegato nelle partite d’allenamento contro la prima squadra, allenata da Zeman. Il 19 settembre 1999, comunque, siede ancora in panchina, mentre il 16 gennaio 2000 (Fonte Massimo Germani), sempre derby degli Allievi Nazionali a Trigoria, gioca e, atterrato da Tallone, procura il rigore che vale alla Roma il go, dell’1-1 finale Il 9 dicembre 2000, ecco invece che il nostro scende in campo contro i biancocelesti nella dodicesima giornata del campionato Primavera. Ecco la formazione dell’undici iniziale che nonostante l’assenza di Simone Pepe, farebbe la sua bella figura anche nella serie A di oggi: Amelia, Lanzaro, Bovo, Farina, Ciotti, Ausoni, , Aquilani, Bonanni, D’Agostino, Meloni. La Roma, per inciso, vince con un gol di Bonanni. Per arrivare all’esordio in serie A, al primo derby “da grande”, occorre attendere quasi tre anni. E’ il 9 novembre 2003, la Roma di Fabio Capello affronta la Lazio di Roberto Mancini, IX giornata del girone d’andata del campionato di serie A. E’ la serata del tacco di Dio di Amantino Mancini e di un gran bel gol di . Fabio Capello butta nella mischia Danielino al posto di Antonio Cassano, a sette minuti dalla fine della gara. Il giovane centrocampista negli spogliatoi dirà: «Sono entrato subito dopo lo straordinario gol di Mancini. Mi sentivo felice per la scenografia, il calore del tifo, per tutta quella gente che riempiva l’Olimpico. Davvero un’emozione unica». Tra tanti debutti fortunati, ce n’è anche uno non felice, quello nell’undici titolare, il 6 gennaio 2005. Rimane in campo sino al 34’ del secondo tempo, quando viene rilevato da Candela, è un derby maledetto, sul quale non vale veramente la pena di soffermarsi.

Va meglio il 15 maggio, nella gara di ritorno (con Bruno Conti sulla panchina giallorossa), non tanto per il punticino raccolto, quanto per la bella scivolata con cui Daniele rimedia ad uno svarione di Mexes che aveva dato via libera a Paolo Di Canio. Il 23 ottobre 2005, apre l’era Spalletti prendendo parte al pareggio per 1-1, poi, il 26 febbraio 2006, ecco quello che a mio avviso rimane il suo derby più bello (alla fine del quale indosserà la sua maglia numero 16 con sopra la scritta “MENO”, tanti quanti erano i punti di ritardo dei cugini), quello del record, dell’undicesima vittoria e del 2-0 firmato Taddei e Aquilani. Incredibile segno del destino, nelle file biancocelesti fa capolino quel Bonanni che aveva firmato il gol partita giallorosso del derby primavera del dicembre 2000. Dopo il match rovinoso del 10 dicembre 2006 e il pareggio del 29 aprile dello stesso anno, Daniele si prende ancora le vittorie del 31 ottobre 2007, del 16 novembre 2008 (mentre nella sconfitta dell’11 aprile 2009 firma di testa e con la Roma in nove, il gol del momentaneo 3-2), del 6 dicembre 2009, del 18 aprile 2010, del 7 novembre 2010, del 13 marzo 2011, a cui vanno aggiunte altre tre presenze in derby troppo sfortunati per essere menzionati. A proposito, fate sapere a Charles Foster Kane che più che un articolo, su e il derby si sarebbe dovuto scrivere un libro … ma quello di Tonino Cagnucci è troppo bello per farlo.