Roma, adesso De Rossi è davvero sul mercato «Ascoltiamo offerte»
06/11/2012 08:28
Ruggine Zeman A febbraio il centrocampista, corteggiato dai maggiori club europei, ha firmato un rinnovo quinquennale parso in linea col suo soprannome di Capitan Futuro. Ovvero, Roma a vita. Zeman, però, ha cambiato gli equilibri, tant'è che, dopo averlo spodestato dalla regia, con l'Atalanta lo ha messo fuori, accusandolo «di pensare più a se stesso che alla squadra». Ma non basta. Due giorni fa Zeman ha spiegato così il forfeit di De Rossi. «Ci tiene molto al derby (domenica, ndr)! Ha avuto una distorsione alla caviglia, era dolorante. Ma di solito i dolori si riescono a levare in qualche modo...». Una frase che tutti hanno letto come: si è tirato fuori. Possibile?
Baldini in ascolto Come se alla Roma
s'inseguisse pervicacemente il rischio polemica, ieri è stato il d.g. Baldini presentando a Sky il bel «Manuale del calcio» scritto da Agostino Di Bartolomei a parlare di una possibile cessione, aprendo così scenari su cui Real Madrid, Psg e Chelsea sono ora pronti a lavorare.
«De Rossi incedibile? In estate è stata ascoltata un'offerta fatta dal City, e se l'abbiamo ascoltata vuol dire che l'abbiamo presa in considerazione. Molti dimenticano che i manager hanno il compito di gestire un club e valutare tutte le opportunità, In quel caso è stato deciso di soprassedere, ma se dovesse arrivare un'altra offerta la riascolteremo, ma potremo decidere di soprassedere un'altra volta».
L'amarezza Baldini poi ha aggiunto anche concetti sul derby (
«C'è in ballo la supremazia cittadina, ma ha ragione Zeman a non considerarla una guerra») e sulla rosa («cambiarla ti costa del tempo ma l'intenzione di scherzare non c'è mai stata. Destro e Pjanic? Il campionato non finisce adesso»). Ma l'attenzione è rimasta focalizzata solo su De Rossi. Se Prandelli ha rivelato come Daniele fosse rimasto «ferito» dalle frasi di Zeman di un mese fa, ora la sensazione nell'entourage del giocatore è la stessa. Con due distinguo. 1) A dire no al City è stato Daniele, non la Roma 2) Stavolta c'è l
a volontà di cederlo al miglior offerente. Perché? Per raggiungere un triplo obiettivo: fare cassa (almeno 20 milioni), liberarsi di un ingaggio pesante (6 milioni) e togliere dallo spogliatoio un leader non amato da Zeman, al quale (non a caso, viene detto) sono stati acquistati Tachtsidis e Bradley. Insomma, una sorta di delitto perfetto, visto che già diversi tifosi paiono voltare le spalle all'ex idolo.
Sensazioni? Il lungo addio è già cominciato, ma sarà un divorzio per spiriti forti.
P.S. Di Bartolomei non concluse la sua carriera alla Roma, ma fu costretto ad andare via, raggiungendo al Milan il suo maestro Liedholm. Non era adatto agli schemi di Eriksson, si disse.