Roma, sfiducia e malumori

02/11/2012 09:02


i duri sistemi di lavoro e l’atteggiamento tattico insostenibile. Inoltre, ha sfruttato l’occasione per mandare segnali:
i giocatori forse non sono così forti come Baldini e pensavano quando si è trattato di costruire la squadra sul mercato.

 
DISSENSO - Intanto, anche a Parma la squadra ha espresso il proprio disagio. assicura di aver chiesto a Damato la sospensione della partita. Ma nessuno si è impegnato davvero per convincere l’arbitro a verificare l’impraticabilità del campo, come se accettasse passivamente tutto quello che succedeva. Un’indifferenza pericolosa e sconcertante. E alla fine, sconsolato, uno dei leader della squadra ha confidato agli avversari di essere molto preoccupato per la situazione che si è creata a Trigoria: «Per fortuna si è giocato su un campo così. Altrimenti avremmo preso cinque gol invece di tre...» . Un concetto che altri romanisti condividevano e che testimonia la rassegnazione del gruppo. (...)
 
I SINGOLI - In assoluto, nessuno sta facendo la fronda a Zeman. Perché - qui ha ragione - la Roma è un insieme di bravi ragazzi. Ma sono in pochi ad aver creato con lui un’empatia tecnica. Se ne è accorto lo stesso Zeman. Persino Osvaldo, che con l’allenatore ha un ottimo rapporto umano, sembra sfiduciato quando gioca: si è sentito discusso in estate, ora , sia da mediano che da interno, non riesce a esprimere la sua qualità e ha già manifestato (sia in pubblico che in privato) la sua distonia con il pensiero di Zeman. I difensori, da Stekelenburg in su, si interrogano sulle continue figuracce a cui lo scollamento tra i reparti li sottopone. E poi, naturalmente, il malumore di quelli che non giocano viene amplificato dai risultati scadenti della squadra. Burdisso tace per rispetto dei compagni e si impegna duramente per riconquistare un posto. Però non si aspettava di essere escluso a tempo indeterminato. è addolorato più che arrabbiato: forse in cuor suo rimpiange di aver scelto la Roma, dopo che gli era stato prospettato un posto da titolare con un allenatore che fa segnare tanto (e le prime nove giornate lo confermano) gli attaccanti. martedì aveva confidato a un giornale bosniaco di essere contento della Roma e di Zeman, ma in verità è tra i più scontenti: non ce l’ha con l’allenatore ma con una situazione che non aveva preventivato. Nel momento in cui ha firmato per la Roma, l’estate scorsa, gli era stata garantita nel giro di due-tre anni la costruzione di una squadra capace di competere in Europa, che avrebbe valorizzato anche il suo talento. (...)