19/11/2012 08:36
La gara con il Torino, imbattuto in trasferta, si trascina dietro lansia di un esame. Il monday night allOlimpico è evento che mette paura. Almeno prima di giocarlo. Colpa dela classifica: la Roma è nona (come punti ottava, ma accanto al Parma che ha vinto lo scontro diretto), con la zona retrocessione più vicina del terzo posto che garantisce i preliminari di Champions. Mai come stavolta i tre punti sono obbligati: permetterebbero un salto verso lalto grazie ai risultati del weekend. Solo la Fiorentina delle prime cinque ha vinto, le altre hanno pareggiato. Con il successo i giallorossi ridurrebbero di due punti il distacco dal terzo posto: è a meno 10 e prima era a meno 9. Andare a meno 7 significherebbe riacquistare certezze.
«Zeman non è allultima spiaggia», parola di Baldini. Zeman lo ha ringrazia, anche se si rende conto di essere in discussione per il rendimento deludente. «Sono contento che la società mi dia fiducia, io ci credo proprio come loro. La squadra è competitiva. Ma sono nel calcio da quaranta anni e so che cosa succede quando non ci sono risultati: se non esistono le premesse per andare avanti di solito si cambia tecnico. Ma il club non mi ha mai dato limpressione di volersi sbarazzare di me. Se poi perdi sette gare di fila, è ovvio che ti devi sentire in difficoltà. Ma a noi ancora non è successo...».
«Non abbiamo i punti che volevamo per alcune distrazioni. Certe sconfitte sono state sorprendenti: mai avrei pensato di perdere due gare essendo avanti di due reti. Il gioco non centra». Zeman si difende con autorità. E spiega: «Errori grossi non me li addebito, anche se essendo il responsabile di questa squadra lo sono per i risultati». Un errore gli viene in mente, per polemizzare: «Non rifarei giocare De Rossi contro la Lazio: per non restare in dieci». Come a dire: facile parlare dopo.
Voltare pagina, dopo il derby, per Zeman è semplice. Come fosse una caduta qualsiasi: «Mi aspetto di vedere la squadra giocare a calcio e concentrata per novanta minuti». Esclude i contrasti con i giocatori, a parte quello con Pjanic. «Se mi è venuto a chiedere scusa vuol dire che qualcosa aveva detto», smentendo la pittoresca ricostruzione dellufficio stampa dopo il derby. «Lo spogliatoio è bello, largo e buono. Nessuno si è mai venuto a lamentare, neanche De Rossi: quello che si dice fuori mi interessa poco. La squadra non dovrebbe essere serena solo perché non ha ottenuto quanto sperava, ma è convinta di lavorare bene e di raggiungere risultati positivi».
Su Stekelenburg è gelido: «Sta male. Io non ho pensieri malvagi. Ma nemmeno il dolorometro...». Su Goicoechea è definitivo: «Di lui io mi fido. Anche Stekelenburg ha sbagliato e non ho trentotto portieri da mettere in campo... Ma quello del derby non è stato un errore grave. Era un intervento difficile». Su Destro non cambia idea: «Io e la società puntiamo tanto su di lui. Sarà utilizzato e farà bene nella Roma, se subito o più avanti è un altro discorso. Anche perché tutti dicono che Totti da anni non giocava così, Lamela è il capocannoniere e una volta che ho tolto Osvaldo sono stato criticato..». Contro il Torino conterà proprio latteggiamento di chi gioca davanti: «Bisogna avere pazienza per arrivare alla conclusione: loro fanno bene la fase difensiva, anche con due esterni dattacco come Cerci e Santana».