20/11/2012 10:21
«Non ho visto bene dalla panchina - racconta Zeman - dalla tv mi sembra che ci siano due falli. Rispetto a questo, il rigore che ci hanno dato contro nella partita con l'Udinese non esiste proprio». Ventura passa dalla rabbia sfogata in campo contro l'assistente Calvarese (lo stesso della famosa Padova-Torino del blackout, ndr) all'ironia per replicare al boemo. «Me la sono presa con i miei perché non si possono fare due falli così clamorosi... ho sentito da Zeman che era rigore, quindi è così, dobbiamo accettarlo. Ormai si può dire tutto, come che io stasera mi sono bagnato molto perché pioveva». E meno male che a Ventura è sfuggita l'altra lamentela del boemo: «Su Lamela c'era fallo, non si può rompere la caviglia da solo».
Bah! Passando all'analisi della partita, l'allenatore romanista si dice soddisfatto «non solo per il risultato ma per la prestazione. Eravamo più equilibrati? No, abbiamo giocato a modo nostro, evitando gli errori che in altre gare ci sono costati cari. La fase difensiva la facciamo così dall'inizio». A Pjanic Zeman non concede carezze, anzi. «Dopo il gol si è levato la maglia ed è stato un errore come quando ha reagito in quel modo nel derby anche se non so con chi ce l'avesse. Si è scusato ma non so per cosa.. di solito dopo i gol si esulta». Ancora sul bosniaco: «Ha fatto la partita che mi aspettavo anche se ha perso tre-quattro palle brutte che fanno ripartire l'avversario. Cerca sempre di darla davanti per fare triangolo ma non serve. Deve ancora crescere».
Per il momento in panchina c'è lui e la stagione è un'altalena continua. «Io la mia squadra - rimarca il tecnico - l'ho vista sempre a parte la gara di Torino. Spero che riusciamo a diventare più concentrati e continuiamo a fare quello che sappiamo. Le qualità ci sono». Soprattutto in attacco. «Le occasioni le creiamo, Osvaldo ad esempio i tagli li fa, mentre Totti ormai non li farà più. Balzaretti anche entra bene ma a volte non ha i piedi giusti: come impegno è stato da 12 in pagella, come piede da 5». Chi continua a essere da 7 in tutto è Marquinho: questo, almeno, Zeman lo riconosce. «Nessuno si aspettava da un 18enne come lui che giocasse con tanta autorità e applicazione. Bradley? Ha fatto più del previsto ma lo preferisco da intermedio». E ora il gran ritorno a Pescara. «Non vorrei andarci perché siamo amici. Ma questo è il calcio». Dove gli amici non esistono.