26/11/2012 09:32
Poi fa i complimenti a Destro, «un bravissimo ragazzo, ha segnato un gol importante e crescerà», e deve ammettere che la Roma è ancora poco zemaniana. «Si intravede questa rotta - riconosce il capitano - anche se ancora non facciamo al 100% quello che ci chiede lallenatore». Il boemo per primo è scontento e non potrebbe essere altrimenti. La sua analisi della gara è lucida e spietata. «Non mi interessa andare a rubare punti in giro per lItalia. Abbiamo giocato da fermi - dice - non è il nostro calcio. Eravamo troppo passivi, dopo il gol abbiamo pensato a gestire. A me non piace perché così si permette allavversario di prendere coraggio ».E per fortuna che dallaltra parte cera la peggiore squadra della serie A in questo momento. «È un atteggiamento sbagliato - prosegue il boemo - spero che riusciamo a giocare le partite con altri ritmi.Tutte le squadre vorrebbero creare 5-6 occasioni a partita, però bisogna segnare: io voglio attaccanti più cattivi».
Gli fanno notare che il gioco latita e il nervo del boemo si scopre. «Quando si perde è il calcio di Zeman, quando si vince no. Ormai è vecchia questa storia». Meglio pensare ai tre punti arrivati contro la squadra che gli ha permesso di tornare nel grande calcio. «Sono contento così, 3 punti per la Roma e 1-0 per il Pescara non è umiliante». Andando nello specifico della gara, Sdengo sottolinea che «i tre attaccanti erano troppo isolati dai centrocampisti ».
Con Destro usa la stessa tattica chehafatto crescere Lamela: il bastone. «A parte il gol ha avuto tante altre occasioni da gol ma non le ha concretizzate. Gioca troppo per se stesso, se è solo contro tre non ci deve provare. Deve cercarsi più con gli altri, invece ogni tanto tiene troppo palla: si gira, si rigira e non vede i compagni. Ma noi abbiamo fiducia in lui e credo imparerà». Il boemo spiega lesclusione di Tachtsidis, la seconda se dopo il derby. «Ha avuto qualche problema fisico, è giovane e non è giusto rischiarlo». Sul futuro a breve e lungo termine il tecnico prova a essere ottimista. «Cè tutto il girone di ritorno, possiamo disturbare tanti». Per portare la Roma in Europa e garantirsi la conferma. Altrimenti Sebastiani è sempre pronto a riabbracciarlo a Pescara. «Mi auguro che i pescaresi non vogliano il mio esonero a Roma. Quando avrò finito a Trigoria - chiude il boemo - se ne parlerà, bisogna vedere se ci sarà tempo perché non sono più giovincello». Intanto ieri si è goduto una serata pescarese, rinviando a oggi il rientro. Da questi parti non hanno fretta, a Roma (e Boston) di più. «Lobiettivo fissato a inizio stagione è lEuropa League - ricorda lad Fenucci - Zeman andrà giudicato a fine campionato». E può succedere di tutto.