Zeman va avanti. Ma c'è una Roma che non lo segue

02/11/2012 08:13

Era Usa: 20 k.o. Ma il boemo paga anche l'onda lunga delle speranze fragili dell'era Usa. Mercoledì a Parma, infatti, si è materializzata la 20a sconfitta in 51 partite ufficiali della Roma americana (a Cagliari non si è giocato), cioè lo stesso numero delle vittorie (più 11 pari). Nessuna meraviglia che la media punti in campionato (1,49) sia inferiore solo all'era Ciarrapico (vedi sopra). Insomma gestioni finanziarie attente, allegre o pericolose hanno prodotto risultati sportivi spesso migliori di quella del tandem DiBenedetto-Pallotta, che pure — in sinergia con UniCredit — ha investito 70 milioni in due anni. Al momento, però, la classifica dice che la Roma sia più vicina alla zona pericolo (6 punti) che a quella (8), obiettivo stagionale, per colpa di una difesa che non subiva tanti gol (19) in 9 partite di campionato (Cagliari non conta) da 62 anni.

Delio Rossi? Smentite Ecco, l'utopia boema sta mettendo in crisi tutto. Perché? Facciamoci aiutare da Lawrence d'Arabia: «Chi sogna di notte scopre al risveglio la vanità di quelle immagini, ma chi lo fa di giorno è pericoloso perché recita i suoi sogni ad occhi aperti per attuarli». Nel vertice di ieri a Trigoria la dirigenza allora ha chiesto al boemo: come se ne esce? Al momento facendo quadrato, soprattutto per assenza di sostituti graditi alla piazza, che non accetterebbe l'ipotesi Delio Rossi (che da giorni aleggia) perché troppo connotato dal suo passato laziale. In generale, Baldini & Co. pensano di avere una squadra forte, perciò hanno chiesto al boemo (che ha parlato ai giocatori degli errori) di far lavorare di più sulla fase difensiva e se occorre operare scelte dure. Al momento, Palermo e Lazio non sembrano partite-ultimatum, ma nessuno si nasconde i rischi in caso di ennesimo flop.

Scollamento Ma che cosa pensano i giocatori? Al netto di false voci di litigi interni, si sussurra invece come a Parma qualche giallorosso abbia confidato a dei colleghi gialloblù come le cose non funzionino. Zeman ha già detto come alcuni non lo seguano, senza contare che alcuni dei giovani stranieri paiono vivere in modo distaccato i problemi attuali. Consolazioni? I numeri che raccontano come un anno fa Zeman a , dopo 10 gare, era solo 4° in classifica a 7 punti dal Torino, il che ci aiuta a dare i titoli di coda ad Antonio Gramsci che diceva: «Sono pessimista con l'intelligenza, ma ottimista con la volontà». Lui, però, era un comunista, e chissà se la proprietà americana apprezzerebbe.