De Rossi, Barrientos, Glik, Olivera: aumentano i casi di “calcio rollerball”. La brutalità in campo va repressa, è la negazione stessa del calcio

09/12/2012 15:18

Ma all’interno di questa bellissima partita c’è stato un altro episodio di quel “calcio rollerball” di cui spesso si è parlato, e che sta diventando la cifra di uno stile di gioco, se di stile possiamo parlare, non solo da condannare ma assolutamente da estirpare. Il calcio è tecnica e intelligenza prima ancora che forza. Figuriamoci se può esistere spazio per la brutalità.

Come tutti hanno potuto vedere allo stadio e in diretta tv, Olivera ha calpestato dolosamente e intenzionalmente la gamba di . Lo ha fatto in maniera evidente. L’arbitro ha sbagliato a non espellere il giocatore, ammonendolo e basta, impedendo così tra l’altro che possa intervenire la prova tv. Ma in ogni caso non è solo un problema di sanzioni o di disciplina, è un problema di mentalità e di un malinteso senso dell’agonismo e dell’aggressività che un atleta deve usare in campo. Un malinteso senso della fisicità del calcio, del machismo che va man mano prevalendo. a memoria solo gli ultimi casi: il pugno di nel derby, l’espulsione di Barrientos in Catania-Milan e l’espulsione di Glik in -Torino. In questi casi i giocatori sono stati espulsi e giustamente puniti. Nel caso di Olivera, no.

In qualunque modo, il calcio rollerball è la negazione stessa del calcio, che va salvaguardato come gioco prima di tutto di tecnica, abitilità e intelligenza. La scorciatoia del gioco violento va stroncata duramente, questa sì con brutalità.