05/12/2012 14:06
Tre calciatori adolescenti, due 15enni e un 16enne, a gara conclusa uccidono a pedate e pugni il guardalinee. Richard Nieuwenhuizen, 41 anni, dirigente della squadra locale, padre di uno dei giocatori del Buitenboys, e giudice all'occorrenza come tutti i genitori, muore dopo qualche ora e di lui adesso rimane l'immagine sinistramente incredula sul sito del club. L'Olanda dell'Ajax, la casa nobile del pallone, viene trascinata nel fango del proprio male. Quello di tutti. I tre ragazzi sono stati fermati, espulsi dal club, verranno interrogati domani a porte chiuse dai giudici che decideranno se confermare l'arresto. Le accuse sono di omicidio e violenza. I campionati dilettanti, 33mila partite, chiusi per tutta la settimana e 800mila spettatori a casa. Quello maggiore osserverà un minuto di silenzio e in campo si scenderà con al braccio la fascia a lutto. Ad Almere, nata a metà degli anni '70 e nota per un dj (Angerfist) e il difensore del Siviglia e della nazionale Hedwiges Maduro, fiaccolate alla memoria.
Al Nieuw Sloten cordoglio, eppure era già successo, due casi: insulti a un arbitro e una rissa tra un giocatore e uno spettatore 70enne. Ma un'Arancia Meccanica no, non doveva essere. Sconvolti tutti, e anche il presidente della Fifa Joseph Blatter. «Sono profondamente scioccato. Il calcio 610 specchio della società e purtroppo gli stessi mali che affli w ono la società si manifestano anche nel nostro gioco». Dà speranza, anche: «Con gli sforzi di persone come il signor Nieuwenhuizen, il caldo è una forza per il bene, e dobbiamo continuare a usare il suo esempio positivo per educare». Vivere non è la playstation. Gianni Rivera, presidente del settore giovanile della Figc: «Temo lo spirito di emulazione. Un segnale molto pericoloso, che preoccupa ancora di più perché arriva da un paese come l'Olanda che è sempre stato lontano da questo tipo di cultura».Anche l'Italia, tutto sommato: «Una cosa del genere non è mai accaduta, èun fatto che lascia senza fiato» dice il presidente degli arbitri italiani, Marcello Nicchi. «Ma non c'entra niente con il calcio e con lo sport». No, non c'entra.