Quando non serve il pensiero raffinato

17/12/2012 10:37

E’ riuscito nell’impresa nel non cacciare dal campo tal Rigoni che ha tentato, quasi riuscendo, di amputare entrambe le gambe di Piris. Quando la tua vita calcistica è in mano a gente così, devi lasciare a casa l’anima bella o il pensiero raffinato, ti scongiuro Baldini, del tipo “tanto non possiamo modificare quanto è accaduto”. Non possiamo modificare quanto è accaduto ma forse possiamo evitare che accada ancora. Si urla in certi casi, non è elegante, ma si fa. Altrimenti fai la fine dell’aragosta, che è molto elegante.

E’ stato anche il peggior Zeman, responsabile di una Roma lontanissima parente di quella che aveva incendiato la piazza solo una settimana fa. Il Chievo non è la , non fa giocare, e il Bentegodi non è l’Olimpico, sono più buche che zolle. La Roma non può giocare con un centrocampo che recita “Bradley Tachtsidis ”, e Lamela possono e devono coesistere. Gli equilibri? Al diavolo gli equilibri. Ci si sciacqua la bocca con certe parole. Un grande allenatore deve trovare gli equilibri con i grandi giocatori non con i miliziani fedeli. E poi i cambi. Perché ogni volta tempi biblici, lentezze estenuanti, quando il concetto è chiaro? Confessare pubblicamente un errore, una scelta sbagliata, non è la fine del mondo e nemmeno quella di Zeman.