Quella domanda che resterà comunque sospesa

07/12/2012 08:35

Oggi la è una squadra armoniosa, che gioca un bel calcio e che sventola una classifica di tutto riguardo. E’ la vera sorpresa, dopo un terzo di strada. Gioca un calcio fatto di possesso e palleggio, ha un centrocampo chic, fa quasi sempre la partita, si muove compatta e, cosa non secondaria, prende pochi gol, tanto che ha la terza migliore difesa. Nelle ultime partite Montella ha cambiato un po’ registro, meno possesso e qualche verticalizzazione in più, persino il contropiede. Una fruttuosa alternativa al solito copione. Lo può fare perché Pizarro ha fosforo e lancio lungo e sugli esterni sfrecciano Cuadrado e Pasqual, rapidi e veloci. (...)

La Roma è molto più complicata, l’idea di calcio di Zeman prevede verticalizzazioni continue, sobrietà nel palleggio, rapidità, incursioni sulle fasce e inserimenti continui dei centrocampisti. Ritmi sempre alti, grande generosità Per ora solo a tratti si è intravista la Roma che Zeman insegue, le pause sono troppe e la squadra non è ancora affidabile. Non perché rigetti il calcio del suo allenatore, solo che non sempre riesce a giocarlo. I meccanismi non sono ancora automatici, appena il gruppo accusa un calo di attenzione, dimentica tutto e piomba nel buio. Col tempo questi black out dovrebbero sparire. Dovrebbero. In realtà non c’è solo un modo per vincere giocando bene e Montella lo sta dimostrando. La Roma, abbracciando Zeman, alla fine ha scelto la soluzione più complicata e più rischiosa: difficile, per esempio, arrivare allo scudetto segnando sempre un gol in più dell’avversario. Più facile riuscirvi subendone uno in meno. Lo dice la storia del nostro calcio, non solo la classifica attuale. Lo dice la storia stessa di Zeman. Sabato sarà comunque una bella lotta tra i due, ma vada come vada, quella domanda iniziale resterà sospesa sull’Olimpico: dove sarebbe arrivata questa Roma piena di talento e di prorompente gioventù, con un allenatore normale, senza rincorrere utopie fascinose ma anche pericolose?