Roma, orgoglio Totti
30/12/2012 09:27
SOGNI E REALTÀ Il suo accordo scade tra un anno e mezzo ma la speranza di prolungarlo e giocare così nel nuovo stadio, non è poi così remota:
«Ho un contratto sino al 2014 perciò vedremo se ce la farò. Sarà difficile, non impossibile». Più semplice dovrebbe esserlo per
De Rossi:
«Avere uno stadio di proprietà, come ad esempio quello della Juventus, a Roma farebbe la differenza. Porterebbe diversi punti in più anche se, qualora le cose non andassero bene si sentirebbe l'altro lato della medaglia. Sono convinto però che oltre ai punti ci sarebbe inevitabilmente qualche soldo in più per acquistare calciatori forti». Nellattesa, il nazionale azzurro si gode la nuova esperienza della tournée invernale:
«È una cosa bella, fatta in grande ma deve essere svolta con il solo scopo del risultato. Il 6 gennaio speriamo che tutto sia stato positivo e non troppo stancante per la partita». Un timore che il dg Baldini rimanda al mittente: «Le esigenze si coniugano bene quando si hanno chiare le priorità. Non si può pensare a una parte sportiva separata da quella commerciale. Il Real Madrid insegna. Questo è l'obiettivo che portiamo avanti ed è per questo motivo che dobbiamo coniugare i due aspetti anche se prestiamo il fianco alle critiche perché siamo qui e il 6 giochiamo a Napoli. Dobbiamo seguire questo percorso e cercare di minimizzare i danni logistici e massimizzare la possibilità di farci conoscere».
NO MERCATO Un compito che ricadrà soprattutto sulle spalle di
Zeman:
«Decisivo sarà arrivare alla fine in una buona situazione anche se è normale che i risultati vanno fatti durante la strada. Totti? È inutile parlare ancora di lui, sono più di 15 anni che gioca a grandi livelli. È vero che ha avuto infortuni pesanti, però la sua classe è sempre uscita fuori e sono contento che quest'anno stia dimostrando di poter dare tanto non solo alla Roma, ma al calcio italiano. Quello che mi auguro è che la squadra così comè possa lavorare in tranquillità». Già, perché difficilmente la rosa verrà ritoccata a gennaio:
«Non credo faremo molto, anzi forse non faremo niente», la certezza di Baldini.