04/01/2013 09:33
Domenica al San Paolo, però, largentino giocherà dal primo minuto, complice la squalifica proprio di Marquinhos. «Adesso penso esclusivamente alla Roma, alla gara di domenica contro il Napoli e non ho mai pensato: "Ok, ora non gioco, quindi chiedo di andar via". Per andare via dovrei sentirmi a disagio in questa realtà, dovrei sentirmi scomodo, ma così non è. Questo ultimo anno ho solo lavorato e ricevuto giusto un paio di gioie, con lInter a settembre e con il Milan una decina di giorni fa: vorrei restare a vita per raccogliere i frutti di questo anno. Su questo non ho alcun dubbio». Decisione che renderà sicuramente felice Zeman. Lallenatore ad inizio stagione aveva dichiarato «vorrei avere venti Burdisso», salvo poi utilizzarlo pochissimo da settembre a oggi. «Un giocatore vorrebbe giocare sempre, è ovvio continua il difensore -. Quando il mister non mi ha fatto più giocare era una decisione che ci poteva stare: non mi sentivo al meglio io per primo. Il tecnico ha fatto la sua scelta e io la rispetto, come sempre. Per me non è cambiato nulla in termini di lavoro: faccio tutto alla stessa maniera. Cerco di fare il professionista sempre: mi sembra il minimo. Il fatto che il mister mi abbia tolto mi ha fatto capire che ancora dovevo raggiungere il 100%. La priorità era ritornare ad essere quello che ero prima dellincidente e ora mi sento bene».
Totale dedizione alla causa giallorossa per Burdisso, che si dice entusiasta delle iniziative della proprietà americana. «La tournée è stata molto positiva. È stata una bella iniziativa della società. La scelta di farci partire con le nostre famiglie mi è piaciuta molto. Ci permette di fare gruppo, di conoscerci meglio, di essere più vicini, non solo tra noi giocatori ma anche con lo staff allargato, dai tecnici, ai medici, ai massaggiatori, ai magazzinieri. Tutti. Ho fatto i complimenti ai dirigenti. Quando è il caso di fare critiche costruttive, è giusto farle. Così come è corretto fare un plauso quando ci sono cose come queste che spero si possano ripetere». Dalla Florida è arrivato anche lannuncio di Tor di Valle come area prescelta per la costruzione del nuovo stadio di proprietà. «Aiuterà tantissimo. La Juve lo scorso hanno ha fatto tanti punti per questo motivo. Io ho giocato col Boca e la Bombonera è uno stadio che ti dà tanto. Poi in più cè una motivazione diversa per quanto riguarda lappartenenza: è uno stadio tuo, che ti fa sentire a casa tua. Non è solo un discorso materiale, ma anche simbolico». Quello appena concluso è stato un anno difficile per Burdisso. «La scorsa stagione, insieme a quella della malattia di mia figlia, è stata quella in cui ho sofferto di più ammette il difensore -, ho lavorato di più, ho speso più energie e in cui ho raccolto pochissimo. Però queste annate ti aiutano, ti servono, portano esperienza: sono sempre situazioni in cui cè da guadagnare qualcosa». Lasciato alle spalle il 2012, Burdisso fissa il primo obiettivo da raggiungere nel nuovo anno: «Come squadra piano piano stiamo migliorando, ma ora dobbiamo raggiungere la continuità. È quella la cosa fondamentale».