Cavanissimo. Un, due, tre micidiale: il Napoli è terzo

07/01/2013 08:48

Ma siccome i mister hanno ragione e il calcio non è il tennis, bisogna aggiungere che il è molto più di Cavani: è il terzo attacco e la seconda difesa del torneo; è una squadra cresciuta in esperienza e sapienza tattica, come ha dimostrato anche nell'accorta gara di ieri, ottenendo molto da un 4-4-2 difensivo, preziosa variazione sul tema. Mazzarri ha ritrovato poi in Pandev un protagonista di grande qualità; altri, come Maggio, autore del quarto gol, sembrano in ripresa. Il mercato potrebbe aggiungere forze nuove. L'attrezzatura per restare al vertice non manca. Resta un ultimo passo: dimostrare di avere la maturità per riprodurre in serie partite come questa, trovare cioè quella continuità che ha fatto grande la .

Osvaldo dove sei? La Roma esce meno ridimensionata di quanto dica il severo 4-1, gonfiato dall'espulsione di nel finale. Sorpresa in avvio, la Roma ha giocato un buon primo tempo, illuminata da un ottimo , calato nella ripresa. È mancato il risolutore: Osvaldo che, a giudicare dallo spezzone giocato (gol), Zeman avrebbe potuto osare. Così come prima avrebbe dovuto immettere per sorreggere una mediana frenata da un irriconoscibile. Ma nel complesso la Roma ha costruito tanto. Il progetto di Zeman è appena nato, a differenza di quello di Mazzarri, ma la direzione è quella giusta. Per arrivare agli equilibri di questo serve pazienza. Per dire: la Roma in trasferta non ha mai pareggiato, 5 vittorie, 5 sconfitte. O bene o male. Imparerà a gestirsi, a mediare, a restare equilibrata e non avrà più la seconda peggior difesa del torneo. 
 
Ecco il Matador Il copione di Mazzarri è limpido: 4-4-2 in fase di copertura. Zuniga si allinea ai tre difensori, Maggio e Hamsik si allargano a centrocampo. Protette così le fasce che Zeman ama battere in corsa. Il riprende la sua forma (3-4-1-2) quando attacca con un'idea dominante: attaccare gli spazi che si aprono tra i tre mediani di Zeman e la terra di nessuno alle loro spalle. Sta qui la pelle scoperta della Roma, è qui che affonda la prima freccia. Inler innesca Pandev, Pandev con un'idea raffinata fa correre Cavani che brucia Goicoechea (4'). Tutto in verticale, con Bradley e sorpresi nell'imbarazzo della scelta: chiudo? Stringo? Entro? È il gol che cercavano i due tecnici per poter vivere di ripartenze. 
 
Buon In realtà il per tutto il tempo, pur lasciando intuire un Pandev ispirato, e il solito volonteroso Cavani, che va a cercare Piris a sinistra giudicandolo (a torto) l'anello debole, non riesce più a rendersi pericoloso. Merito anche della Roma che parte maluccio, ma non rinuncia mai a tessere, cresce e all'altezza della mezz'ora prende in mano saldamente il match, soprattutto quando si accentra e defila a sinistra. In posizione di pivot, il capitano, apre due volte la porta allo stesso che pecca di tenerezza. A Zeman manca maledettamente la ruvida risolutezza di Osvaldo, ma anche Lamela, latitante di fascia, avaro dei tagli che pretende il Boemo, prigioniero del bravo Zuniga. Così la Roma spinge, ma il va a bersi il tè in vantaggio. 
 
Occhio Troppo lontano il novantesimo per attenderlo al calduccio del 4-4-2, deve aver spiegato Mazzarri all'intervallo. Serve fare di più negli spazi concessi dalla Roma. Ok capo, risponde la ciurma. Minuto 3: Zuniga, la sentinella di Lamela, affonda dalla parte opposta, il solito mostruoso Cavani, raccoglie a centro area: piroetta, gol. Adesso sì che la partita rischia di diventare un lunapark di ripartenze. Infatti Hamsik e il Matador volano e sprecano in campo aperto. Ma il tenero si ingoia la sua terza occasione e Cavani sale in cielo per incornare la sentenza: 3-0 al 25'. Il gol del neo-entrato Osvaldo serve ad alimentare i rimpianti giallorossi. L'espulsione di spalanca altri spazi che Maggio imbuca per il 4-1. Ora sa che la sua dovrà distrarsi il meno possibile. che un Cavani non ce l'ha neanche dipinto.