18/01/2013 10:08
Centoventinove minuti giocati a mille allora come fossero venti - o al massimo trenta - in cui ha difeso e attaccato. Recuperato palloni e calciato in porta (4 tiri nello specchio, quarto nella classifica dei giocatori che hanno tirato di più durante la partita dietro a Jovetic, Aquilani e il compagno di squadra, Destro). Florenzi ha commesso falli quando bisognava commetterli e ha aiutato i compagni quando bisognava aiutarli. Insomma, una partita di grande generosità. Caratteristica che ormai gli viene riconosciuta dai tifosi giallorossi fin dalla sua prima partita di questa stagione. La stagione del ritorno a Roma dopo lanno passato a fare esperienza a Crotone in Serie B (35 presenze e 11 gol). Il rientro alla base che tanto sognava e che sta dimostrando di meritarsi.
Il centrocampista classe 91 (nato a Vitinia), infatti, si è ritagliato il suo spazio nel centrocampo della Roma: 19 presenze e 2 gol in campionato, 1 presenza (mercoledì, ndr) in Coppa Italia. Cosa non facile anche perché nel suo reparto, alla Roma, di concorrenza ce nè da vendere. Non puoi competere con giocatori come i campioni del Mondo nel 2006: Daniele De Rossi e Simone Perrotta, centrocampisti di alto livello come Miralem Pjanic o, comunque, già abituati alla serie a come Michael Bradley e Marquinho, se non hai qualcosa. Se non metti lanima in campo in ogni partita, in ogni allenamento. Lui questo lha fatto e lo continua a fare e i risultati si vedono sul campo. A stupire, in tutti questi mesi, è stata la tanta, tantissima corsa messa in campo da Florenzi. E pensare che, in molti, addetti ai lavori e non, lo vedevano stanco nelle scorse settimane. «Non ce la fa più», «ha corso troppo», «non regge oltre i 60 minuti», queste le parole che si sentivano fino a mercoledì sera in città. Parole che lui ha smentito con i fatti. Con la voglia di difendere i colori della propria squadra. Con una corsa che mercoledì sera sembrava infinita.