15/01/2013 08:38
Franco Baldini e Walter Sabatini hanno parlato a lungo con lallenatore ma non la squadra (a parte qualche incontro con i singoli giocatori, tra cui Destro, che ha incassato la fiducia di direttore sportivo e direttore generale che lo hanno invitato a giocare sereno) perché vogliono che sia il tecnico a gestire la situazione. E lui che deve inculcare nei calciatori la giusta mentalità, è lui che deve guidare il gruppo a rispondere sul campo in questa settimana. Due impegni difficilissimi, due impegni che diranno tanto, se non tutto, sulla Roma che verrà da qui a fine stagione. Baldini, che era a Catania, e Sabatini, che invece è rimasto a Roma alle prese col mercato (molto probabile che arrivi un terzino in grado di giocare su entrambe le fasce, si dovrebbe chiudere la settimana prossima) hanno analizzato col boemo quello che è successo domenica pomeriggio al Massimino. La squadra è entrata bene in campo, ha giocato ma poi, dopo tutte le occasioni fallite, è crollata psicologicamente, come ha ammesso coi dirigenti anche lo stesso Zeman, convinto che la squadra sia a posto dal punto di vista fisico. «Tanto semplice quanto grave», filtrava ieri dal Bernardini, non fosse altro perché non è la prima volta che la Roma crolla mentalmente alle prime difficoltà. Questo non deve più ripetersi perché la dirigenza è convinta di avere a disposizione una rosa di prima qualità. Forte adesso e forte in futuro.
Adesso però sono tutti sotto esame: i dirigenti, che a fine stagione a seconda dei risultati tracceranno un bilancio con la proprietà (lo ha anche ammesso Baldini domenica), i calciatori e lallenatore. Come sempre accade in questi casi è lui quello che rischia di più. La società, che gli lascia ampia autonomia nella gestione tecnica della squadra (vedi De Rossi) sta cercando di agevolare il suo lavoro in tutto e per tutto, tra poco anche Antonio Carlos Zago, dopo qualche giorno di ambientamento, lavorerà sempre più a stretto contatto con lui, ma sa che nel calcio i risultati contanti e anche tanto. E una Roma, ipotizzando lo scenario peggiore, fuori dalla Coppa Italia e magari a 13 punti dalla Champions League a gennaio, rischierebbe di avere i giocatori sfiduciati da una parte e lallenatore, sempre più solo, dallaltra. Se viceversa dovessero arrivare due risultati positivi tutto sarebbe di nuovo ancora possibile e la stagione potrebbe essere non solo salvata, ma resa anche interessante da una semifinale di Coppa e un girone di ritorno ancora a disposizione per risalire in campionato. La fiducia in Zeman ancora cè e, tranne clamorosi ribaltoni, ci sarà fino a fine stagione. Quando si tireranno le somme di un anno che, se non si dà una sterzata, rischia di diventare anche peggio di quello dello scorso anno.