16/01/2013 11:07
Ho visto la tv, la classifica e anche la vittoria della Lazio. Assurdo, ma quasi mi sono dispiaciuto del pareggio della Juve. Sono andato oltre, ho cercato di capire cosa fosse accaduto al mio Paese in pochi giorni. Così ho scoperto che Berlusconi ,(alla mia partenza molti commentatori politici prevedevano per il suo futuro solo il ruolo di nonno al parco con i nipotini) è in rimonta, impazza nelle tv e si candida a governare venti anni dopo la prima volta. Ho letto che Storace vuol tornare alla guida della regione. Che Moggi si candida alle elezioni. Che tra i tifosi romanisti cè chi parla di nuovo fallimento e paragona Zeman a Luis Enrique Mi sono reso conto subito, dopo aver messo piede nella mia città, di come sarebbe bello se fosse amministrata come le altre capitali europee, soprattutto se i servizi funzionassero come a Londra, Parigi o Berlino.
Ma lo sgomento vero è stato quando mi sono reso conto che la Lazio è in corsa per lo scudetto. La tentazione di ripartire è stata forte. Magari per tornare in primavera avanzata dopo mesi senza ricevere notizie sperando di trovare una gradita sorpresa. Già, e se poi torno e mi trovo Moggi con la delega allo sport? E se a Fiumicino il tassista mi parla dello straordinario portafortuna Olimpia? E se vedo le bandiere biancocelesti nella città oscurare la sola bandiera di Roma, quella giallorossa? E se risento parlare di un nuovo progetto? No, sarebbe troppo tutto insieme. Ho deciso, resto. Voterò per esercitare un mio diritto. Moggi? Se lo riprenda la Juve se crede, ma non mi rappresenta. La Lazio? Non resterò a guardare. Nel senso che almeno la soddisfazione di gufare me la devo prendere. A me quellaquila ammaestrata e un po stupida mi ha stufato. La liberano e invece di andarsene via torna docile. Inoltre quella squadra fatta di tanti Carneade (cioè sconosciuti) non può ambire allOlimpo del calcio. Andate allestero ed elencate i giocatori laziali, a parte Klose, gli altri sono sconosciuti. Elencate la formazione della Roma è vedrete la differenza.
Ma la classifica? Lo so, torniamo alle dolenti note. E alla mia personale decisione di non chiudermi gli occhi, di non sparire, di non aspettare al fine per vedere cosa accade. Un invito che rivolgo a tutti i tifosi. Se cè da soffrire facciamolo ad occhi aperti. Non passivi e assenti, ma da tifosi, incoraggiando la nostra squadra. E per piacere senza demoralizzazioni. Forse molti non sanno che anche linizio di Ferguson non fu felice a Manchester. Passarono quattro anni per il primo trofeo. Quando si ricostruisce, per durare nel tempo, ci vuole pazienza. Poi tutto sarà più semplice. Non vogliamo lexploit di un anno, non lo vuole la società. Altrimenti sarebbero state altre le scelte. Sarebbero stati presi giocatori maturi, non un allenatore maestro di calcio come Zeman, ma lo era anche Luis Enrique, ma solo un gestore di una squadra matura per ottenere il miglior risultato subito. La Roma no, vuole aprire una fase; questa città, con uno stadio nuovo, deve arrivare per restarci al vertice del calcio italiano e europeo. Certamente mi auguro che già alla fine di questo campionato potremo entrare nellEuropa che conta. Ma se non sarà possibile, non sarà un anno perso: Abbiamo avuto delle conferme importanti, alcuni giovani stanno dimostrando potenzialità da campioni. Sarà una base importante da cui ripartire. Con fiducia. Così aspettiamo la primavera, qui a Roma. E alla fine forse il tempo galantuomo risolverà ogni cosa. Gli italiani sapranno scegliere da chi farsi governare, la Lazio non vincerà lo scudetto. E la Roma? Non guardiamo indietro, non facciamo paragoni o statistiche. Incoraggiamola e basta, è giovane e crescerà con il nostro sostegno. E allora forse in un mattino di primavera ci sveglieremo più soddisfatti e sereni di oggi. Crediamoci.