Marquinhos: «Io bravo? Sì, non mi fermo»

21/01/2013 08:41



UN VETERANO - Tanta roba, verrebbe da dire, per uno che soltanto a maggio compirà diciannove anni. L’attualità racconta di un ragazzino che si sta imponendo con una facilità disarmante nel calcio che conta, uno che è entrato in squadra e non è più uscito, uno sul quale hanno già messo gli occhi tutti i più grandi club d’Europa. La Roma, però, ha già sistemato tutto per trasformare il prestito della passata estate nell’acquisizione definitiva tra qualche mese. Vietato farselo scappare, del resto. E anche davanti ai microfoni, Marquinhos dimostra di aver già capito un sacco di cose. «Il gol dell’Inter non nasce da un nostro errore, ma sono stati bravi loro a costruirselo. La lunga partita di Firenze a me non ha condizionato, ero molto stanco alla fine di quella gara ma poi tutto è passato. So che sto facendo abbastanza bene, sono soddisfatto ma so anche che devo ancora lavorare molto e migliorare», il suo virgolettato mentre raccoglie i complimenti di chi sta dall’altra parte della tv.

IL TUTOR - Chissà se e quanto sarà importante per la sua crescita la presenza a Trigoria di un connazionale che si chiama Antonio Carlos Zago, uno che qualche partita l’ha giocata, e da difensore di valore. Ha raccontato l’altro giorno Zdenek Zeman che «Zago mi serve perché ho problemi con i brasiliani», difficilmente si riferiva al piccolo Marcos, ma Zago potrebbe dare una mano anche a lui per crescere. Non v’è dubbio che il ragazzino abbia ancora ampi margini di miglioramento: le basi sono di natura preziosa, però, e questo lo aiuterà a diventare uomo indipendentemente dai suggerimenti, dalle lezioni che gli verranno impartite dagli uomini dello staff di Zeman.