14/01/2013 10:57
Più imprecisa, individualista e lenta la Roma del secondo tempo: lascia così inevitabilmente convinzione e campo al Catania che si affaccia con pericolosità e qualità verso la porta romanista. Affonda sia fisicamente che tatticamente il centrocampo romanista, denunciando limiti tecnici e di personalità e che inspiegabilmente Zeman non ridisegna e non modifica per tutto la ripresa lasciando senza filtro la propria difesa e soprattutto senza rifornimenti le asfittiche punte giallorosse. Un secondo tempo inguardabile, impalpabile, vissuto dalla Roma come un incubo con i centrocampisti catanesi (allinterno di una rimodulazione tattica di Maran) padroni del settore e capaci di innescare le proprie punte con efficacia; quel che sconvolge di questa come di altre prestazioni giallorosse è la la capacità di andare in totale confusione alla minima variazione tattica che la squadra avversaria riesce a proporre nel corso della partita, incapacità che si amplifica e si consolida con la solita (secondo noi) mancanza di critica lettura dei cambi a disposizione da parte del trainer romanista. Un più che modesto e volitivo Catania, un più che modesto ma giovane allenatore (Maran) e la presunta corazzata romanista si arena sulle coste siciliane, denunciando limiti non solo caratteriali e fisici ma anche e soprattutto tattici.