Passo lento

21/01/2013 09:14

1-1.



Nel secondo tempo Zeman lascia sotto la doccia infortunato. Dentro Tachsidis. Gli chiede di stare più alto. Lui macina per quel che sa, ma più che altro deve cucire perché la Roma si sta lentamente slabbrando. L’Inter è rientrata per giocarsela con le ripartenze, è evidente che negli spogliatoi si sono detti: “Andiamo a vincerla!”. Però è Osvaldo a presentarsi solo davanti ad Handanovic per il 2-1 (6’). La partita s’anima soprattutto a causa dei suoi accresciuti difetti tecnico-tattici. Le squadre vanno simultaneamente in confusione. Gli appoggi sbagliati non si contano. si ostina in dribbling. Balzaretti corre a passo di danza lenta. Guarin è nevrotico nel cercare il tiro. Bradley, Pereira e Gargano sono imprecisi come se li avessero bendati. Si prosegue con un calcio incerottato, fatto di mezze idee, mezzi lanci, mezze occasioni e un’infinità di palle perse. È come se nel secondo tempo le due squadre, complici nella mediocrità, si fossero messe d’accordo per allestire una allegra, grottesca baruffa. È vero: spuntano due palle-gol per la Roma, ma nei piedi sbagliati e per ben due volte: quelli di Piris, (34’ e 35’). Zeman prova con per . Stramaccioni con Rocchi per Livaja. La Roma pare crederci di nuovo, ma la stanchezza uccide anche i sogni. L’ultimo dei quali è un calcio a giro di Lamela cui Handanovic dice no (38’). Dopodomani si replica, stesso campo, stessa ora, per l’andata della semifinale di Coppa Italia.