Roma si è stufata
28/01/2013 08:32
I motivi Una massa uniforme di errori difensivi ha fatto invidiare gli attaccanti di questa gara da tutti i colleghi: cosa ci siamo persi, avrà gridato il sindacato dei centravanti nel rivedere le scene piccanti. Stopper che regalano il pallone fuori dall'area (Sorensen a Florenzi: 0-1), esterni che non reagiscono a un buco di un collega (Castan-Balzaretti e Gilardino pareggia), punte che saltano in solitudine (Osvaldo 1-2) o che possono girare da lontano (Gabbiadini su Burdisso, 2-2). Poveri portieri? No, poveri tifosi, perché anche Goicoechea e Agliardi fanno disastri. Morale: pari quasi giusto, pur se il Bologna scuote i due legni dopo il 3-3, e problemi più evidenti.
Manca disciplina Ha ragione Zeman, che in campionato a Bologna non ha mai vinto: alla Roma manca disciplina. Quella tattica soprattutto, perché reparti scollegati portano a pericolosi uno contro uno a cui non sono più abituati i suoi difensori. Del portiere si è detto, la stanchezza stavolta non influisce più di tanto, dato che c'è la contro rimonta, ma nemmeno vengono spazzate alcune costanti brutture: si aspetta sempre il momento in cui la squadra si sbriciola, e questo puntualmente arriva. Pure all'andata (3-2 per il Bologna) ci furono show simili: se dopo un girone non sono stati evitati non si va in Champions, ma all'autodistruzione. Le polemiche non mancano, i punti sì: due, senza vittorie, nel 2013; uno nelle ultime 4 trasferte.
Mancano protezioni Il peggiore nel Bologna è stato Sorensen, ma il sostituto di Portanova sarebbe Antonsson. E comunque anche con il capitano venduto al Genoa la porta non restava linda. La grana del portiere rimane, perché Agliardi è crollato come in altre gare su un cross (potrebbe risolverla Viviano), ma pure le fasce e le protezioni a centrocampo non sono state esemplari. Il bello è l'intelligenza di Gabbiadini che parte da destra e va a far male. La tecnica e la generosità di Diamanti, solito piede adatto al cognome; il fiuto di Gilardino. Tutto quanto fa spettacolo è da metà campo in poi, come per i giallorossi. Totti, Pjanic e Osvaldo hanno infierito sulle stupidate altrui.