Roma, svegliati. Un falso storico lo stop a Marquinhos

04/01/2013 10:25

 
Ricordate l’episodio? El Shaarawy a circa 35-40 metri dalla porta di Goicoechea, defilato sulla sinistra, va via a Marquinhos in dribbling aereo. Il brasiliano allarga istintivamente il braccio e interrompe l’azione: Rocchi concede la punizione ed opta per il rosso. Molto opinabile vista la distanza dalla porta e il fatto che sulla stessa linea di El Shaarawy stava rientrando Burdisso. Ma dall’opinabile al falso storico ce ne passa. Perchè, nero su bianco, il giudice sportivo, nel comunicare la giornata di scrive: «...per avere volontariamente colpito il pallone con le mani, impedendo la segnatura di una rete». E questo non può passare. Intanto Marquinhos ha colpito il pallone con un braccio e non con le mani. Suona stranissimo poi il termine “segnatura” abbastanza desueto che che ha molti altri significati. Ma quel che fa scandalo è la sostanza. Anche un bambino di otto anni appassionato di calcio sa che evitare una segnatura con le mani significa salvare sulla linea o da quelle parti, un pallone diretto in rete con il ormai impossibilitato ad intervenire. Di quale segnatura scrive il giudice? E se ha preso per buono il referto di Rocchi, di quale segnatura scrive l’arbitro fiorentino?

Per segnare quel gol immaginato solo da arbitro e giudice, il pur bravo El Shaarawy avrebbe dovuto, nell’ordine: 1) mettere a terra il pallone dopo il dribbling volante; 2) dirigersi verso la porta della Roma con almeno uno o due tocchi ancora senza sbagliarne la misura; 3) tirare nello specchio della porta; 4) evitare il ritorno di Burdisso che correva senza palla verso di lui; 5) sperare che Goicoechea non intercettasse il suo tiro. Sì, perchè anche Goicoechea poteva evitare la segnatura. O neanche il giallorosso avrebbe dovuto usare le mani in quel frangente? Il comunicato del giudice sportivo è un’offesa all’evidenza. Testimoni del falso storico i cinquantamila dell’Olimpico più le altre migliaia di telespettatori. La Roma farebbe bene, se non l’ha già fatto, a battere i pugni sui tavoli di presidente e designatore degli arbitri. Passi per un rigore o per un fuorigioco dubbi, ma le prese in giro no.