Siamo alla pausa di riflessione ma il matrimonio è già concluso
29/01/2013 09:02
Qui invece cè la pausa di riflessione, che contempla anche il cambio di allenatore. È il matrimonio che classicamente savvia al divorzio, e cè solo da aspettare chi farà il primo passo, che poi è lultimo, e da definire gli alimenti. Appunto il quando e il quanto e non il se. Aspettando pure il chi, ma se abbiamo visto Tachtsidis preferito a De Rossi o Goicoechea a Stekelenburg, non ci sarà da meravigliarsi in nessun caso. Neppure Zeman avrà da meravigliarsene, no? Chiunque, non eventualmente ma ormai sarebbe da dire certamente, fosse il prescelto.
Cè da chiedersi quanto mai dovrà durare questa pausa di riflessione: fino a venerdì, giorno del Cagliari che allandata non fece neppure un gol alla Roma, una rarità, ma forse perché la partita mai si giocò e fu decisa a tavolino? Fino allattesa di conoscere se la Lazio avrà eliminato la Juve in Coppa Italia e la Roma lInter e dunque si profilerà allorizzonte quel derby di finale allOlimpico, che la Roma di Zeman può davvero guardare come la Grande Speranza ma anche la Grande Paura, dato che il boemo giallorosso non è che fin qui abbia avuto il feeling giusto? Quel che è andato sciorinando nel suo fiume di parole il direttore parlante di turno, Sabatini, tradito (quanto involontariamente chissà) da un «quel che Zeman ci lascia» subito corretto da un «ci lascerebbe», sembrerebbe il finale di una partita cominciata con lentusiasmo del primo tempo e che si sta chiudendo nel grigiore di tutti i recuperi e di una classifica che vede la Roma, ai punti, più lontana dalla Juve che è prima che non dal Pescara che è quartultimo. Una partita come tante che si sono viste in questa stagione: tanti fuochi dartificio per cominciare, ma poi erano solo piccoli petardi. E tutti a dir la loro (non a fare il loro) specie a microfoni aperti. Tutti? Sarebbe ingiusto generalizzare: perché, come sempre, «un capitano, cè solo un capitano».