Allegri: "Roma, sei da Champions"
07/02/2013 09:14
«Ammetto di aver vissuto un periodo alquanto difficile, ho pensato di essere esonerato perché, quando non arrivano i risultati, è normale che un allenatore rischi il posto. La società aveva rinnovato molto, perdendo calciatori di straordinario valore e chiudendo un ciclo. La squadra faceva fatica e le critiche erano giustificate. Sembrava proprio che Allegri avesse le ore contate... Quando devi ricostruire, puntando su giovani talenti, servono tempo e pazienza mentre questo calcio corre troppo velocemente e non sa aspettare. Ho capito che dovevo cambiare qualcosa, per invertire la tendenza negativa, sempre credendo nel lavoro e nelle idee. Così ho costruito un altro Milan».
Ora che Guardiola è al Bayern, si sente più tranquillo?
«Per la verità non sono mai stato preoccupato. Quando la panchina traballa i nomi, di possibili sostituti, si rincorrono ogni giorno».
Anche Van Basten si è candidato...
«Si, ma in un futuro più lontano».
Quando lei sarà già andato via?
«Ho un altro anno di contratto, il mio desiderio è quello di restare qui a lungo».
Intanto le alternative non le mancano: la Roma sarebbe pronta ad accoglierla, anche per la prossima stagione.
«Linteressamento di un club importante, come quello giallorosso, fa piacere e certifica lapprezzamento del mio lavoro. Questo mi rende orgoglioso ma al Milan sto bene».
E dopo il Milan quale squadra le piacerebbe allenare?
«Il sogno è diventare ct della Nazionale».
Quali sono i colleghi che stima maggiormente?
«Senza niente togliere agli stranieri, la scuola di Coverciano sforna validi allenatori. Dico Maran, anche se è arrivato solo questanno in serie A, Montella, Guidolin e, quando avrà conseguito il patentino, anche Lopez. Ci sono tecnici bravi anche in B: Nicola, Aglietti, Di Francesco, Gautieri e ci metto pure Camplone del Perugia».
Si aspettava lesonero di Zeman?
«Non pensavo che finisse così. Ha alternato risultati buoni ad altri negativi, però lesonero non delegittima le sue capacità di fare calcio. Sono convinto che presto tornerà in pista».
A proposito di tecnici, cè uno straniero che è diventato protagonista.
«Primo parlavo solo di italiani ma, nella rosa dei migliori, metto anche Petkovic. È furbo, sveglio e capace. Ha imparato subito come si gioca in Italia. Mi piacciono la tranquillità, leducazione e il modo in cui fa giocare la Lazio. Sta dimostrando di meritare i risultati che ha ottenuto: davvero una bella sorpresa per il campionato».
Da calciatore, nonostante i notevoli mezzi, ha un po tradito le attese.
«Sono deluso della mia carriera, per non dire altro... Giocavo ragionando già da allenatore, questo mi ha penalizzato. Decisamente meglio come tecnico».
La lotta scudetto è solo un discorso a due?
E per il terzo posto sarà sfida tra Lazio, Inter e Milan?
«Nel gruppetto inserisco anche la Roma».
Nonostante il considerevole distacco in classifica?
«Sì, perché il torneo è ancora lungo. La formazione giallorossa ha un potenziale tecnico molto importante, con elementi di grande qualità, perciò la Roma tornerà sotto e lotterà fino allultimo per un posto in Champions».
Larrivo di Balotelli può cambiare gli equilibri?
«Direi di sì. Anche se ha appena ventidue anni è un grande attaccante, in grado di garantire un salto di qualità. Ma, per il terzo posto, servirà che tutta la squadra si esprima con continuità. Abbiamo conquistato trentatré punti in quattordici giornate ma ora diventa tutto più complicato».
Dovrà riuscire dove ha fallito anche Mancini, che lo aveva fortemente voluto al City.
«Nel mio compito, stimolante e impegnativo, di far crescere Mario, mi stanno aiutando i suoi coetanei con i quali ha subito legato. È la prima volta che Balotelli recita un ruolo da protagonista in un grande club, questo lo responsabilizzerà. Il Milan ha investito tanto e, con il suo apporto, si aspetta dei risultati. Dovrò fargli anche un po da padre, dandogli i consigli per migliorare».
«Ci danno per spacciati. Non so valutare quello che potremo fare, mincuriosisce vedere allopera questi giovani».
Contro lUdinese ha ammesso che il rigore non cera.
«Dal campo si possono sbagliare valutazioni ma, davanti alle immagini televisive, bisogna essere onesti».
Gli arbitri sono sempre sotto accusa.
«Calciatori e tecnici devono evitare proteste esasperate, gli errori ci saranno sempre. Ma gli arbitri, quando vengono insultati, devono avere più coraggio con i cartellini rossi».