09/02/2013 09:44
È un segnale di forza che Zanzi dà alla vigilia di una ripartenza, di un nuovo corso, di una gestione tecnica che per ora è da traghettatori. Per ora. È un messaggio alla squadra, ma anche alla tifoseria: usciamo tutti insieme da questa secca in cui si è arenata la Roma. La domanda viene fatta a Zanzi durante la conferenza stampa di presentazione dellaccordo con la Royal Caribbean. Alluomo posto direttamente da Pallotta a capo della società viene chiesto se cè stato un momento in cui la proprietà si è fatta sentire col management. «Per essere chiaro - risponde Zanzi - la proprietà ha completa fiducia nel management. Franco e Walter (Baldini e Sabatini, ndr) rappresentano il meglio in questo settore. È chiaro che abbiamo dovuto far fronte a delle sfide, le squadre diventano grandi quando riconoscono e risolvono i problemi. È quello che è avvenuto la scorsa settimana: è stato bello vedere come lintero club ha reagito e sono molto orgoglioso. È il momento in cui bisogna essere concentrati e restare uniti e compatti. Non potrei essere più felice di essere qui e di lavorare con questo gruppo».
Zanzi spiega poi quale è stato il suo ruolo in questi primi tempi al comando del club. «È stato un mese molto importante, ho potuto imparare cosè Roma e cosè la Roma. I risultati sportivi non sono stati positivi, ma è stato importante assumere la leadership in un momento così critico. Per quanto riguarda il rispetto dei ruoli, abbiamo professionisti che ritengo essere i migliori. Il mio compito è quello di allestire una struttura che permetta alle varie parti della società di lavorare e interagire. Il mio obiettivo è quello di rappresentare la proprietà, augurandoci risultati migliori. Mi immedesimo nei tifosi che stanno soffrendo: a nessuno piace perdere. Abbiamo ottenuto qualche risultato, il nostro obiettivo è quello di vincere tutti i fine settimana. Devo trovare una posizione di equilibrio tra desideri della proprietà e tifosi. Siamo tutti uniti, in sintonia. E siamo fiduciosi». Talmente fiduciosi che quando si riparla di Sabatini, Zanzi si esalta: «Confermo il giudizio, secondo me è il migliore in quello che fa. Credo che abbia svolto un ottimo lavoro per la squadra. Il mio compito - ripete - è quello di costruire unistituzione che abbia il potenziale per vincere i campionati e formare i calciatori. E Walter rappresenta tutto questo».
A Trigoria confermano: non sono parole di circostanza. Il contratto di Sabatini è lì. È pronto. Se il ds vuole, dicono, può rinnovarlo anche subito. Verrà il momento, verrà quando Sabatini lo vorrà, verrà quando magari la Roma avrà riacquistato un po di serenità. Quella serenità che finora è mancata. Per Baldini il discorso è diverso. Non deve rinnovare nulla, ha un contratto di quattro anni. Se a fine stagione la squadra non dovesse centrare gli obiettivi prefissi, se dovesse fallire traguardi attesi, se per intenderci non dovesse entrare nuovamente in Europa, probabilmente sarebbe lo stesso diggì a prenderne atto. Questo è un concetto caro a Baldini. Ne parla spesso, pubblicamente. «Abbiamo avuto ed abbiamo tutta la libertà del mondo nelloperare ed in cambio assumiamo unenorme responsabilità - disse una volta - ma qualsiasi cosa sarà successa lo sarà solo perché le nostre scelte alla fine lavranno determinata».
È sulla bontà di lavoro che si concentrerà il giudizio di tutti, degli americani ma anche di Baldini. Però a fine stagione. I conti non si fanno ora, ma a campionato terminato e Coppa archiviata. Ora bisogna che la Roma torni a spiegare le vele verso il mare aperto. E bisogna farlo tutti insieme. Dirigenza, squadra, tifosi.