Baldini: "La società è solida anche senza sceicco"

28/02/2013 08:25

SMENTITA - Un terzo di sceicco. Pare che avesse dormito poco e male. Le dichiarazioni rilasciate martedì scorso da Gigi Moncalvo, suo presunto portavoce, avevano indispettito anzicheno Adnan Adel Aref al Qaddumi al Shtewi, lo sceicco italo-giordano che la Roma ha certificato come possibile new entry in società. In effetti l'ex direttore della «Padania», nel corso di un'intervista radiofonica rilasciata all'emittente Manà Manà, si era un po' allargato, pronunciando frasi, come presunto portavoce dello sceicco, che di fatto non potevano che costituire la pietra tombale su qualsiasi ipotesi di brindisi futuro tra le parti. E allora, lo sceicco...: «Smentisco qualsiasi dichiarazione fatta a mio nome sul presidente Pallotta, su Unicredit, sulla società e sulla squadra (in pratica su tutto ndr). La persona che ha parlato non è il mio portavoce e non condivido nulla di quanto è stato detto. Non ci saranno ulteriori comunicazioni, adesso voglio lavorare in tranquillità e al momento opportuno sarà fatto il necessario». (...)
 
LA RASSICURAZIONE - Un terzo di . Che non può essere altri che Franco Baldini. (...) L'interrogativo era: «Può un rappresentante della As Roma rassicurare i tifosi che non c'è bisogno di qualche investitore per garantire la continuità aziendale e far fronte agli investimenti programmati per restituire competitività alla squadra?». La risposta è stata diramata dall'ufficio stampa del club: «Sì, non c'è bisogno di nuovi investitori per garantire continuità aziendale». Meglio così. Alle altre nove domande, è stato fatto filtrare che in quei quesiti sono presenti solo dei rumors.

 L'INDISCREZIONE - Un terzo dell'uomo mascherato. Nasce da semplice deduzione e dalla confidenza di una persona di cui ci fidiamo. E riguarda il punto centrale di tutta la questione. Ovvero: i soldi ci sono o non ci sono? La deduzione ci fa credere, con ragionevole certezza, che un imprenditore come James Pallotta che da sempre lavora con i cammelli (sempre soldi sono), difficilmente sarebbe arrivato a sedersi a un tavolo e firmare un accordo preliminare con lo sceicco, senza aver visto, magari solo in parte, l'evidenza del cash. Il resto ce lo ha spiegato una persona che conosce le cose di Roma. Dicendoci come in realtà il problema non sono i soldi, «quelli ci sono», ma la reale disponibilità degli stessi. Che ci sembra cosa non di secondo piano soprattutto se da qui al quattordici marzo, si dovesse verificare la disponibilità dei cammelli. A quel punto l'affare avrebbe una sola possibile soluzione: si chiude e lo sceicco entra nella Roma. (...)