04/02/2013 10:00
Con Andreazzoli, persona gradita alla squadra, il rendimento del primo non potrà più essere responsabilità dellallenatore. Così come alle scelte tecniche non potranno più essere attribuiti i tentativi di addio. Soltanto poche ore fa, in fondo, intermediari di mercato riferivano con certezza di contatti tra la Roma e il Psg per la cessione di De Rossi. Si è persino ventilato un accordo per uno scambio tra il numero 16 romanista e il gioiellino Verratti, intesa smentita con decisione da Trigoria e dal dg dei francesi Leonardo. Ciò nonostante la trattativa con i francesi non avrebbe trovato resistenze diverse da quelle dei dirigenti. E in estate la cessione al City, avallata dal club, saltò soltanto dopo il no di Daniele. Senza più lalibi di Zeman, da qui a giugno De Rossi e i manager, da Baldini a Sabatini, dovranno studiarsi per capire cosa fare del loro rapporto. Finalmente, faccia a faccia. Magari una mano la darà Aurelio Andreazzoli, uomo di fiducia dei dirigenti e gradito al centrocampista di Ostia. Da oggi pomeriggio il via alla sua gestione tecnica: il neo allenatore ha ricevuto anche gli auguri di Spalletti, di cui è storico collaboratore: «È la continuità col nostro lavoro, te lo meriti, in bocca al lupo».
Dal maestro mutuerà anche il modulo: il 4-2-3-1 romano o il 3-5-2 dei tempi di Udine. Dovrebbe affiancarlo Muzzi, attualmente degli Esordienti romanisti e gradito alla squadra. Che spinge per riavere Stekelenburg in porta: sarà la prima novità domenica contro la Sampdoria, quando a centrocampo tornerà Pjanic e debutterà dal 1 il greco Torosidis a sinistra. Un unico rischio: trasformare il resto della stagione in un semestre di autogestione.