11/02/2013 10:07
Come fa la Roma a perdere questa partita? Come fa a tollerarlo? Una partita in cui tira in porta e crea occasioni due, tre volte più dellavversaria. Questa, così come tante altre negli ultimi due anni. Che in panchina ci siano asturiani, boemi o toscani, non cambia. Come può consegnare umiliazioni del genere alla propria storia di uomini e calciatori?
Esulto allinizio. La formazione iniziale è la migliore possibile. Libera da dogmi e rancori. E, sembra, la vittoria del buonsenso. Giocano i migliori, in campo il talento e la personalità. Ma poi, eccola, insopportabile, maledetta, la morbidezza. Cross morbidi, tocchi morbidi, fraseggi morbidi, tiri e rigori morbidi, anche quando devi solo spaccare il mondo. Vero Pjanic? De Rossi deve tornare calciatore nella testa, che poi verranno le gambe. Osvaldo vuole essere un eroe rock o una macchietta rock? Dice dispirarsi a Keith Richards, ma a volte sembra Boy George. E lì in questo malinteso estetismo parrocchiale che la Roma attira su di sé la furia cieca della sfiga. Arbitri inclusi.
Le viene cancellato il gol regolarissimo del grandissimo Lamela. Divertitevi, si fa per dire, ad accertare quanti punti sono stati sottratti a questa Roma, già debosciata di suo, dalle sturmtruppen arbitrali negli ultimi due anni. Una caterva. Reazioni? Nessuna. Belle maniere e anime belle. Silenzi edificanti. Bon ton da fiocco della prima comunione, a caccia di chissà quale accademico consenso. Facciamo gli eunuchi in un mondo di lupi, quando i lupi dovremmo essere noi. Così non si va da nessuna parte. E non ci si va nel modo più deprimente. Non si chiede di cambiare sangue, ma di tirar fuori quello che cè, se cè.